IO LEGGO FORTE - Tex N° 682 (Il Ritorno di Lupe)


Se c'è una cosa che ha sempre contraddistinto il fumetto italiano più famoso, quel Tex Willer che cavalca nelle edicole da quasi 69 anni ormai, è che è un fumetto senza continuità.
In qualsiasi momento, un lettore che già conosce il personaggio, così come uno che ha appena iniziato a scoprirne le gesta, può andare in edicola, acquistare un albo a caso e, previo riassunto della puntata precedente, se la storia è già in corso, essere immediatamente calato nel vortice dell'azione.
Non ci sono sottotrame in Tex, né tantomeno dettagli che, se persi, ne inficino la lettura.
A parte nei primissimi numeri, quelli in cui avviene il passaggio da fuorilegge a Ranger, con successivo matrimonio con Lilyth e la nascita di Kit, e nei quali i suoi creatori, G.L. Bonelli e Aurelio Galleppini, ponevano le basi caratteriali che poi ne sarebbero diventate il marchio di fabbrica, il nostro si è, una volta diventato adolescente il figlio, come cristallizzato in una sorta di eterno presente, conferendo una sorta di immortalità alle sue centinaia di avventure, sul solco di un rapporto tra Eroe e Avventura sempre vivo.
Ci sono però delle eccezioni a questa sacrosanta regola.
Eccezioni che fanno rima con personaggi. Personaggi iconici, personaggi che con il loro coraggio, ardimento e spirito morale, hanno saputo tracciare un profondo solco nel cuore del nostro Tex, dei suoi Pards e in ultimo (sopratutto) nei lettori.
Non parlo solo dei nemici storici, cito Mefisto e Yama per dire i più celeberrimi, ma anche di importanti alleati, come Montales.
Personaggi che hanno un loro ben preciso ruolo nella cosmogonia di Tex, personaggi che ritornano con cadenza irregolare, ma sempre con una forte emozione da parte del pubblico.
Ma ci sono anche personaggi che, seppur ben ancorati al passato storico della serie, ancora oggi, al sentirli nominare, portano il lettore texiano doc a provare un ricordo, al quale si mischia la voglia e la speranza di vederli riapparire sull'orizzonte di carta del West di Aquila della Notte.
Uno di questi è sicuramente Lupe Velasco.


Apparsa per la prima volta quando ancora Tex usciva nel formato a striscia, il personaggio di Lupe ha da subito affascinato il nostro eroe. Bella, dotata di un carattere e di una forza tali da non lasciare indifferenti. Come lo stesso Tex afferma a pagina 29 di questo numero: "Non esitava mai davanti al pericolo e sparava e cavalcava meglio di tanti uomini".



A questo proposito, ben chiaro l'impatto su Tex anche nel bel flashback di pagine 24-25, dense di ricordi fumettistici, tra cui quello della "proposta di matrimonio".
Un personaggio diverso dalla solita damigella in pericolo, a conferma della grande forza di carattere narrativo e umano che Bonelli iniettava a massicce dosi nelle sue storie.
Ben chiaro quindi come l'attesa di questa storia che ne vede il ritorno sulle pagine di Tex sia stato accompagnato da una dose di sana ansia da parte degli aficionados.
Attesa che, almeno per il momento, è stata totalmente ripagata e assolutamente proficua.
Tex è un personaggio benevolo con chi lo realizza. Se scritto male, è capace di tenere in piedi la storia, solo col suo Mito, tanto da vederne la scritta "Fine dell'episodio", ma se scritto bene, è capace di consegnare il Capolavoro in termini, di sapere, dopo tutte queste decadi, ancora dare una sonora zampata editoriale di quelle che rimangono.
L'albo è corposo, la lettura è densa di eventi, di ricordi e di sequenze adrenaliniche in puro stile Tex Willer. C'è un equilibrio particolare, una prima parte nel presente, con il ritrovamento di una giovane donna nel deserto da parte di Kit Willer. Una giovane donna che non manca di destabilizzare il granitico Tex, al punto che, cosa comunque rara nell'economia della serie, il Nostro decide di aprirsi una volta di più coi suoi Pards e di raccontare un episodio ancora inedito del suo passato.

Ma ciò che sopratutto colpisce è il momento nel tempo che Boselli utilizza per far iniziare questo flashback, ossia quello successivo alla morte della sua amata Lilyth.
E' un Tex un poco più fragile del solito, quello che ci appare di fronte a pagina 31.
La totale padronanza di Boselli col personaggio gli permette con due semplici didascalie, di fornirci tutto quello di cui abbiamo bisogno per entrare nel cuore del Nostro e nel suo modo di affrontare il lutto.
Ma il tempo della mestizia è di breve durata, subito Tex ritrova vecchi volti familiari e il suo ardimento non lascia spazio ad altro che non sia l'entrare in azione in aiuto dei giusti.
Soprattutto perché questa volta si tratta della sua vecchia amica.
Lupe, capace come raramente si è visto, di tenere testa al Ranger e difatti notare come Boselli non cada nella trappola ma gestisca benissimo le due linee temporali.
Perché il Tex del flashback è caratterialmente quel primo Tex, quello del formato a striscia, un uomo sin troppo indomito, che vede in Lupe praticamente una sua pari, con cui potersi confidare a cuore aperto e capace anche di metterlo nuovamente ben in riga, riportandolo sulla giusta strada, dopo un momentaneo e più che comprensibile smarrimento.
Basta vedere le pagine 46-47 e sopratutto 61-62 per capire di che parlo.
Ma una storia non vive di solo testo ed ecco che, all'efficace impianto messo in piedi da Boselli, ben si accompagnano i disegni di uno straordinario Alessandro Piccinelli.
Il compito gravoso di dover sostituire una leggenda come Gallieno Ferri alle copertine di Zagor non ha impedito al valente disegnatore di comporre tavole di una perfezione rara.
Non c'è tavola, in questo numero 682, che non sia degna di nota. La definizione dei tratti e il ritmo nelle sequenze più convulse sono magistrali. Alcune soluzioni visive poi lasciano un chiaro segno della ricercatezza e del rispetto infusi nelle tavole, così come la sua Lupe, paga di una bellezza tale da mozzare il fiato. Ad esempio porto pagina 23. Basti solo l'uso del nero della prima vignetta per capire di cosa parlo o il ricercato parallelismo tra l'ultima vignetta e quella di pagina 11, come di un momento nella Storia destinato in qualche strano modo a ripetersi.

L'albo poi è strutturalmente perfetto, anche dal punto di vista della composizione della pagina. La trappola del "Continua" raramente è stata così ben orchestrata, al punto che la voglia di leggere il prossimo numero è davvero potente.
La storia difatti termina all'apice del climax, ponendo le basi per un proseguo del racconto che, al pari del primo, si spera saprà inchiodare il lettore alla pagina e alla lettura serrata.

Un numero da non perdere, quindi, questo di Tex attualmente in edicola.
Lo dico come uno che Tex lo ha sempre letto, sin da quando ha iniziato a leggere e appassionarsi al Fumetto, ma sopratutto mi sento di affermarlo anche per i neofiti, per quelli che oggi, abituati alle evoluzioni e rivoluzioni del fumetto, si chiedono se valga la pena di leggere un "vecchio" come Tex.
A tutti loro rispondo di andare in edicola ed acquistare questo "Il Ritorno di Lupe", di vederne la carica narrativa solida e pulita e poi di capire, come tra le pieghe di una leggenda, ci sia ancora spazio per proporre una storia che possa accontentare sia chi già conosce Lupe, sia chi pensa di potersi innamorare di lei per la prima volta.

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