#ReceVeloce - The Best Of (13/11 - 20/11 2017)



Ben tornati al nuovo appuntamento settimanale con il meglio di #ReceVeloce, la rubrica a cadenza aperiodica che trovate sulle pagine social de "Il Nerdastro". I link, come sempre, in fondo alla pagina.
Questa settimana, come già promesso nei precedenti best of, abbiamo anche, oltre ai fumetti, due piccole new entry: la recensione di una serie TV, l'ultima stagione evento di Prison Break (tra l'altro a gentile richiesta di una attenta lettrice) e del film "La Torre Nera".
Anzi direi d'iniziare proprio da quest'ultima:


LA TORRE NERA
L'adattamento per il cinema de "La Torre Nera" ha un problema, e no, non mi riferisco al fatto che si tratti di un film tratto da quella che è una delle migliori creazioni di Stephen King.
Ma lasciate perdere per un momento King e guardate il film come opera a sé.
Il problema di "La Torre Nera" è che è un film sciatto, di quelli in cui non ci si è creduto veramente.
Si son presi i diritti, si sono radunati due grossi nomi intorno al progetto, si è realizzato quel tanto che bastava per arrivare a 90 minuti scarsi di pellicola e lo si è gettato sul mercato sottostante, per citare una vecchia canzone di Cochi e Renato.
Il problema de "La Torre Nera" è che poteva e doveva essere un film memorabile, un fantasy dalle tinte dark con personaggi di culto capaci di solcare il grande schermo così come hanno fatto sulla pagina scritta, un film con due attori di prim'ordine a dare volto e corpo a due antagonisti dotati di personalità e filosofie degne di essere rappresentate appieno, con i giusti tempi e modi, un film che poteva permettersi il lusso di distaccarsi dai libri e vivere una vita propria, importante, autonoma.
Invece ci è stata consegnata una storia per ragazzini, neanche fatta molto bene, che scorre troppo veloce per rimanere in qualche modo impressa, con dialoghi e regia assolutamente banali e scolastici, all'insegna del più trito già visto.
I due attori succitati, un sempre imperativo Matthew McConaughey e un granitico Idris Elba, perfetti idealmente (difatti la loro presenza accese le aspettative già alte dei fan della saga libraria) ma totalmente sprecati, in una narrazione totalmente monocorde.
Un film questo che corre, non da tempo allo spettatore di capire, di assimilare, di cogliere appieno tutte le sfumature.
Si arriva ad un finale trafelato, poco incisivo e alla fine ci si scorda il film poco dopo averlo visto.
Un film questo che non funziona in nessun senso, difficilmente salvabile sul sentiero della memoria, che poteva essere un'ottima, se non magistrale, opera di genere ed invece si risolve in un costoso e pubblicizzato nulla di fatto.
Perché deve ancora arrivare il momento in cui Hollywood capirà che alle volte occorre esser lepre, ma tante altre bisogna lasciar fare alla tartaruga.
Voto 6 (parte del voto è per le piccole citazioni a King disseminate lungo la pellicola, che vi lascio il piacere di scovare)
La Torre Nera: Regia di Nikolaj Arcel. Con Matthew McConaughey, Idris Elba e Tom Taylor



DRAGONERO N°54
UCCISORI DI DRAGHI

Finalmente ha avuto inizio: la tanto annunciata "Saga delle Regine Nere" prende ufficialmente il via con questo numero di Dragonero.
Una saga che ci accompagnerà lungo tutto il 2018, destinata a lasciare un segno indelebile su Ian e compagni, e no, non mi riferisco al fregio di copertina che si sta iniziando a sfaldare.
Questa storia doppia è però un prologo in due parti: in realtà, la vera storia partirà col numero 56 ma leggere questo albo e il prossimo è necessario per molti motivi.
Prima di tutto, per aver chiari i vari pezzi che si stanno andando a disporre sulla scacchiera; in questo senso la sceneggiatura di Stefano Vietti è un crescendo drammatico da vera tempesta prima del flagello. Ci è utile per riepilogare l'importanza dei Varliedarto nell'economia della serie, per testare la grandezza narrativa di un mondo coeso come quello dell'Erondàr, con una sua Storia e struttura ben definite.
Ma soprattutto è l'occasione per tratteggiare una volta di più le personalità sfaccettate, credibili e vincenti dei nostri Eroi.
Se non avete mai letto Dragonero o l'avete solo sfiorato superficialmente, questa è l'occasione per iniziare definitivamente a prendere parte a questa grande Avventura Fantasy.
Un albo, questo, per cui vale lo strillone "Punto d'inizio ideale per nuovi lettori".
Se poi le mie parole non dovessero bastare, lasciate che a convincervi, mentre sfogliate l'albo in edicola, siano le tavole di Riccardo Crosa, che questo stesso mese, dopo averci deliziato sul primo numero di "Adventures" (la nuova collana di Dragonero, destinata ai giovanissimi, di cui è anche copertinista), realizza anche i disegni di questo numero, dimostrando la sua eccellenza grafica. Notevole infatti il cambio di registro, in totale accordo con la storia: se nel fumetto Young il tratto è chiaro, luminoso e il colore rende appieno questo tono volutamente leggero, mai cupo, qui siamo al netto contrario.
Le espressioni dei volti si fanno serie, le tinte giocano coi neri e l'atmosfera si fa bassa, pesante e mortifera.
Le sequenze con gli Elfi Spettri ne sono un chiaro esempio.
Ma soprattutto Crosa si dimostra maestro nei dettagli e nei paesaggi bucolici: confrontate la Silverihde di questo albo con quella del primo "Adventures" e ne avrete la prova.
"Uccisori di Draghi" è un importante tassello del mosaico che si andrà a comporre, che non potete permettervi di perdere. Parola di Nerdastro!
Uccisori di Draghi. Scritto da Stefano Vietti e disegnato da Riccardo Crosa.
Edito da Sergio Bonelli Editore


TOPOLINO N°3234
LA NUOVA STORIA E GLORIA DELLA DINASTIA DEI PAPERI (CAPITOLI 2-3)

Ormai lo saprete: Sul Topolino di questa settimana l'attesa e annunciata storia "Topolino e il cerchio del Tempo" non è presente, causa correzioni e modifiche richieste dalla Disney.
La storia a firma Artibani-Faraci-Mastantuono (a cui la copertina dell'albo fa riferimento) verrà recuperata prossimamente.
Il che rende questo #3234 abbastanza curioso, dato che cade nella settimana per i festeggiamenti del compleanno n°89 del Topo più famoso che c'è, ma il sommario, a parte una storia di Indiana Pipps, è prettamente papero-centrico.
Solo storie di paperi (ma che bei paperi!) a questo giro.
Ma ne siamo proprio sicuri che il titolare non sia presente da nessuna parte?
Perché, se a consolarci della mancata storia, troviamo ben due puntate della "Nuova Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi", la vera sorpresa ce la riserva il terzo capitolo di questa saga nel futuro dei Paperi. Ma andiamo con ordine.
Nel capitolo 2 riprendiamo il viaggio nel tempo iniziato nello scorso numero, facendo un salto di ulteriori cento anni.
Ritroviamo quindi Paperopoli florida e culturalmente avanzata nella cittadina galleggiante di cui si ipotizzava al termine del primo capitolo. Stilisticamente divertente e graficamente eccellente, ancora una volta il Deposito di Paperone è al centro del racconto e il mondo dei paperi che ben conosciamo finisce, nelle mani sapienti di Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone, per essere ancora oggetto di una evoluzione che in realtà poggia sempre su determinati tormentoni invariati, nonostante i secoli.
La iella cronica di Paperino che diventa scienza è uno dei migliori esempi della sceneggiatura di ferro di Sisti.
Ma il tocco di vera classe lo troviamo nel capitolo 3, dove abbiamo una comparsa d'eccezione: Topolino!
Ebbene sì, perché nel successivo salto in avanti nel tempo, scopriamo che Paperopoli si è fusa con Topolinia, diventando Papertopoli, una città che strutturalmente si armonizza con l'ambiente circostante, apparendo "quasi come un unico edificio ininterrotto", per citare Pap-Ron, il discendente di Paperone.
Ancora una volta il Deposito sarà motore (gravitazionale) della storia, finendo per sparire nel nulla, e toccherà all'ultracommissario Mik-Top risolvere la questione.
Insomma, pur con un cambio delle dinamiche del sommario in corsa, si è riusciti comunque a celebrare il Topo, in quella poi che è una delle sue guise migliori, quella dell'investigatore.
Il mistero è ovviamente una semplice scusa per ironizzare ed intrattenere nella forma più pura, anche grazie ad una ulteriore guest star speciale, Pietro Gambadilegno, anzi il Supremo Pit-Pit Gambadilegge.
La risoluzione dell'enigma porterà al successivo passo in avanti e vedremo nel prossimo numero dove ci condurrà il quarto capitolo de "La Nuova Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi".
Ancora una volta, Sisti e Sciarrone non sbagliano il colpo, dimostrando quanto detto settimana scorsa, e cioè che questa nuova saga è già un vero e proprio "Instant Classic".
PS: segnalo inoltre la simpatica storia che chiude il numero, "Paperino e le Vacanze Aliene", scritta da Gorm Transgaard e disegnata dal sommo Giorgio Cavazzano.
La Nuova Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi: scritto da Alessandro Sisti e disegnato da Claudio Sciarrone. Edito da Panini Comics



X-MEN ORO #1

Iniziare a leggere i fumetti degli X-Men è un'impresa abbastanza interessante, data la moltitudine di storie prodotte, di saghe fondamentali, di pagine disegnate e di intrecci messi in piedi. 
Leggere gli X-Men partendo da un preciso albo o storia al posto di un'altra, capire quale è la migliore per iniziare è un masochismo capace di dare solo mal di testa.
L'unica è prenderne un numero a caso, leggerlo e lasciarsi conquistare dai personaggi e dalle loro sfaccettature.
Ma se proprio sentire il bisogno di un netto Starting Point, questo albo fa al caso vostro.
In primis perché è l'ennesimo "Numero Uno". Una nuova testata americana che ha preso il posto della storica "Uncanny X-Men", ha portato alla nascita di questo "X-Men Gold", evento editoriale che è coinciso con l'arrivo di un nuovo sceneggiatore, Marc Guggenheim, che da grande fan degli Uomini X ha accettato con rispetto e passione questo nuovo ruolo, come ci spiega lui stesso in una lettera che introduce la lettura dell'albo.
Altro motivo è il "riassuntone" di decenni di storia mutante, 6 paginette che riepilogano gli eventi salienti, atti a favorire la lettura delle pagine a fumetti seguenti.
Pagine a fumetti che partono subito col botto, e non mi riferisco solamente alle meravigliose tavole di un sempre ottimo Ardian Syaf, ma anche per una sceneggiatura di Guggenheim che mette subito in chiaro cosa intende fare con i mutanti, e di come, in un clima di corsi e ricorsi storici, riporta alla mente tanti elementi chiave dell'economia strutturale degli X-Men, quel senso di comunità che vuole solo rispetto e non paura da parte degli altri, quella volontà di fare del bene, nonostante ogni cosa sembri remare contro e quel senso di normalità, cercata, anelata e raggiunta per pochi attimi con piccole cose.
Un buon albo questo, se volete iniziare ad entrare nel mondo delle nuvolette parlanti degli X-Men, scoprirne la vera forza al di là della mera trasposizione al cinema.
Da qualche parte bisogna partire, questo albo è un bolide che aspetta solo che saliate a bordo.
X-Men Oro #1. Scritto da Marc Guggenheim e disegnato da Ardian Syaf. 
Edito da Panini Comics


PRISON BREAK – LA SERIE EVENTO

Come detto in apertura, una lettrice mi ha chiesto un commento sulla famigerata quinta stagione di "Prison Break", il revival della serie da poco conclusosi su FOX di Sky. Così ecco una speciale recensione su richiesta:

Sono passati dieci anni abbondanti dalla prima messa in onda italiana di "Prison Break", che Italia1 trasmetteva in seconda serata e che in breve tempo, nonostante l'infelice orario, divenne un vero e proprio Cult.
I motivi erano semplici e molteplici: una trama intricata, personaggi convincenti, una storia solida e ben congegnata, ricca di ritmo e colpi di scena.
Tra un'evasione, una caccia all'uomo e qualche sospensione dell'incredulità di troppo, la serie giunse a compimento in quattro stagioni, entro le quali venne messa la parola Fine alla storia di Michael Scofield e del fratello Lincoln Burrows.
A queste si aggiunse "The Final Break", un doppio episodio speciale che sviluppava quanto visto nel finale della serie, aggiungendo nuovi dettagli.
Ed è proprio da "The Final Break" che la trama di questo revival evento, 9 episodi realizzati nove anni dopo, prende il via.
Un revival accompagnato da proteste da una parte e da entusiasmi dall'altra. Comprensibilmente.
Perché quello di "Prison Break" è stato un caso di quelli rari nella serialità americana, una serie che si è andata, col tempo, a conquistare un sicuro posto nel cuore degli spettatori, emozionati dai colpi di scena e sopratutto dall'affetto, empatico e sincero, verso personaggi a tutto tondo come Michael, Sara, Lincoln e tutta la banda di evasi e criminali.
Sfido chiunque abbia seguito la serie a non essersi commosso sulle note finali di una storia che è stata come una lunga, sofferta e a tratti tremendamente umana, pur con tutti i suoi tranelli narrativi ed iperbolici, fuga verso la Libertà e l'Amore.
Perciò, chiedere agli spettatori di riportare a galla quei sentimenti è stata vista da molti solo come una mera operazione commerciale, senza senso e senza costrutto.
Ma al tempo stesso, chi come me ancora oggi porta nel ricordo quella storia e quei personaggi, che li ha sempre visti come un importante tassello della propria cultura televisiva, era assolutamente certo che questa quinta stagione fosse un appuntamento da non mancare, sia che a parlare fosse la mente oppure il cuore.
Ma possiamo quindi dire che è stato un nuovo successo?
La mia risposta è: Nì.
Perché se da un lato indubbiamente è stata una bella sensazione, frutto di nostalgia e passione, ritrovare la banda al completo e sopratutto sapere che Michael era ancora vivo e desideroso di ricongiungersi alla sua Sara e a suo figlio, dall'altra bisogna onestamente ammettere che nove puntate, con tutto il grosso carico di elementi che sono stati presentati, tra volti vecchi e nuovi, e complotti spionistici da intrigo internazionale, sono oggettivamente troppo poche.
Tutto corre velocemente, si deve prendere per buono quello che ci viene detto in pochi dettagli gettati qui e lì in dialoghi frettolosi e lasciare che una storia che avrebbe meritato maggior respiro, termini in un battito d'ali.
Rimane da capire se sia dipeso dalla scarsa fantasia degli sceneggiatori o da una produzione che ha malamente creduto nel progetto.
Un esempio su tutti? La rivelazione sul filo di lana riguardante T-Bag. Vi ritroverete ad inarcare il vostro sopracciglio senza manco rendervene conto, chiedendovi se fosse uno sviluppo della storia prettamente necessario o debitamente presentato.
Il punto comunque è che a salvare la pariglia ci pensano ancora loro, i personaggi protagonisti: li ritroviamo caratterialmente ancora vincenti, ancora efficaci, ancora fedeli alla loro impostazione iniziale, quella che ci ha fatto innamorare di loro.
Un'operazione nostalgia che ha saputo, da questo punto di vista, pagare il giusto tributo al ricordo della serie.
Sopratutto, senza scalfirlo, anzi.
Se amavate "Prison Break" non sarà certo questa miniserie a prendere quel sentimento e gettarlo tra le fiamme ardenti.
Ma è stato al tempo stesso un "For Fans Only", un gioco tra appassionati abbastanza fine a sé stesso, incapace di rimanere debitamente impresso.
Alla resa dei conti, altro non è che quel Lieto Fine che avremmo sempre voluto vedere, che sentivamo come rubato, finalmente restituitoci, a noi spettatori prima che a loro personaggi, in virtù di un leggero amaro in bocca durato nove anni.
Insomma, da parte mia, seppur venata di qualche sufficienza evitabile, una promozione sul campo meritata.
Ciò non toglie comunque che la saga debba necessariamente terminare qui.
Perché un conto è un veloce "Esci gratis di prigione", un altro è ritrovarsi in un ergastolo a vita, logorante e deleterio.
Prison Break, la serie evento: con Wentworth Miller e Dominic Purcell


LUPO ALBERTO MAGAZINE N°1

Una lettura senza peli (di Lupo) sulla lingua.
Un primo numero promosso a pieni voti, esilarante nella parte a fumetti e ricco e mai volgare nei redazionali.
Il "Lupo Magazine" debutta e mette subito in chiaro la sua natura di rivista contenitore.
Lupo Alberto ha sempre saputo ironizzare sul mondo moderno e la realtà di tutti i giorni, ivi incluso il sesso (anzi il Secs!), argomento mai considerato tabù dal mitico Silver. 
Una novità Panini Comics che si rivolge, in questo primo numero, ad un pubblico moderno e aperto mentalmente, che vuole ridere di un argomento che è scomodo solo se pensiamo che lo sia.
Ma il sesso non sarà la costante; ogni numero tratterà un argomento specifico.
Prossima uscita, tra due mesi, dedicata ai social network e similaria. Da non perdere.
Lupo Alberto Magazine: di Silver e autori vari. Edito da Panini Comics

SECRET EMPIRE #0

Il tanto pubblicizzato e chiacchierato "Hail Hydra", che vede Captain America svelare il suo piano malvagio di infiltrato della pericolosa organizzazione terroristica, inizia ufficialmente qui.
Il domino, le cui tessere sono state piazzate da un ispirato Nick Spencer nel corso degli ultimi mesi, comincia a cadere, facendo collimare tutta una serie di attacchi, al solo scopo di dividere e conquistare. Il Capitano di Spencer, la cui mente e vita è stata modificata grazie ad un Cubo Cosmico, si dimostra un attento e abilissimo stratega, in una saga che in America ha fatto discutere, non ultimo per le numerose implicazioni politiche di cui è infarcito il racconto, portando a riflessioni di natura non banale e sempre attenta sull'establishment USA.
Un'evento Marvel, meno commerciale di quanto lo si potesse inizialmente considerare, che pensa al passato del Capitano (sin dal titolo, rimando ad una storia chiave del personaggio), che ha dimostrato che la Casa delle Idee sa ancora raccontare capitoli importanti di quell'Arte chiamata Fumetto, facendosi personalmente perdonare la triste debacle di "Civil War II".
Non perdete questo numero Zero, vero apripista per un futuro classico del genere, destinato a rimanere, che vi conquisterà e del quale avremo modo di parlare ancora, man mano che procede la pubblicazione italiana.
Secret Empire #0: scritto da Nick Spencer e disegnato da Daniel Acuna.
Edito da Panini Comics


Per questo giro è tutto. Appuntamento alla settimana prossima con un nuovo "Best Of"!
Se poi volete essere sempre aggiornati sulle novità del mondo Nerd e leggere le #ReceVeloce in presa diretta, non avete che da andare su:

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Vi aspetto!!



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