RE-VISIONE - Justice League


Justice League.
Se dovessi descrivere, con una metafora, la sensazione provata al termine del film sarebbe quella di un pugile, dopo un incontro durato quattro round, che dopo l'ennesimo uppercut, inizia a tentennare per poi gettarsi a terra, sussurrando "Mi arrendo.. Hai vinto!" e l'arbitro che in sottofondo, ovattato dalle risate del pubblico, inizia a contare i secondi.
Perché parlare male di Justice League è come un estremo atto di bullismo.
Perché Justice League è un film che dimostra l'estrema resa di un universo cinematografico nei confronti di un altro.
Rende chiaro quello che già era emerso con il film solista di Wonder Woman, e cioè che la Warner si è alla fine data per vinta e ha accettato che il modo di fare cinema di supereroi secondo lo stile della concorrente Marvel Studios era quello vincente, il solo accettabile dal pubblico.
Con una variante, però: non aver capito appieno cosa effettivamente ha reso dei grandi successi in termini di gradimento del pubblico i film della Casa delle Idee.
Non parlo delle risate, del clima rilassato o della trama più lineare.
Su quest'ultimo punto in particolare ci tornerò più avanti.
No, parlo del fatto che quello che ha reso dei blockbuster i film Marvel Studios è stato l'aver puntato dritto al cuore dello spettatore, l'aver fatto affezionare il pubblico ai personaggi, prima mostrandoci le loro origini, il loro percorso evolutivo come eroi e poi, solo dopo che si erano conquistati la nostra attenzione, mostrarceli tutti assieme, in una enorme festa di esplosivi combattimenti e superpoteri.
Sono film che hanno rispettato i personaggi, prima ancora dei semplici effetti di scena.


La Warner con gli eroi DC Comics, invece, ha fatto tutto il contrario, in una affannosa corsa agli incassi che non ha portato del gran bene a nessuno.
Prima decide di mostrarceli tutti assieme, in un modo che non permette ai personaggi di potersi esprimere appieno, e poi, solo dopo, se in qualche modo la risposta del pubblico nei loro confronti si dimostra positiva, allora e solo allora, si possono permettere il lusso di un film tutto per loro, che ne spieghi origini e caratteri.
Quello che accade a Flash, Aquaman e Cyborg in questo film è assolutamente palese di questo intento, che anziché rispettare i personaggi, come dicevo, li getta in pasto al pubblico, non ancora perfettamente in grado di volare da soli, mascherando il tutto con abbondanti scene d'azione.
Quella che ne risulta è una visione che non decolla mai realmente, perché si è troppo intenti a cercare dentro di sé i motivi per cui empatizzare con questo o quel carattere, senza mai riuscirci davvero.
La fortuna, per loro personaggi e per noi spettatori, è che al tempo stesso, per quanto fallace, la trama generale offre pochi spunti per perdere d'attenzione, come accadeva nel precedente film di Zack Snyder, riuscendo quindi a non essere un elemento scomodo di visione e permettendo se non altro di andare a segno con il misero plot imbastito.
C'è un cattivo, neanche troppo carismatico, ma buon apripista per la grande minaccia che dovrà arrivare (e che viene palesemente nominata, ad un certo punto) e ci sono loro, i buoni, che alla fine vinceranno, ma questo è ovvio.
Così come ovvio è che ad emergere da vera primadonna è lei, la Wonder Woman di Gal Gadot, ormai perfettamente calata nel ruolo, fiera del successo del suo film della scorsa estate, tanto da dominare letteralmente in tutte le scene in cui appare, e non solo per la bellezza della sua protagonista.
Wondie è un personaggio che dimostra la mia teoria precedente: ha saputo sviluppare un discorso, ha imposto la sua figura, presentandosi e riuscendo quindi ad essere ben più riconoscibile all'interno di una grammatica di film di gruppo.


Delle new entry, l'unico a rimanere impresso è il granitico Aquaman Rock' N' Roll di Jason Momoa, protagonista dell'unica vera scena divertente, degna cioè di una sana risata, del film.
Personalmente mi aspetto grandi cose dal suo prossimo debutto da solista, certo che seguirà lo stesso percorso dell'Amazzone.
Su Flash e Cyborg non mi voglio pronunciare, troppo anonimo il primo, troppo ridicolo il secondo.
Il Flash di Ezra Miller è riservato a tutti quelli che pensano che i film della concorrenza siano belli solo perché fanno ridere, non capendone quindi il senso che li anima, oltre il solo divertimento spicciolo. Anche lui comunque meriterebbe di rivalersi con una bella introduzione, un bel racconto che ne definisca il carattere, qui malamente e clownescamente abbozzato.
Ho volutamente lasciato per ultimo lui, il personaggio più iconico, quello più amato e quello con l'attore che lo interpreta meno apprezzato dal pubblico.
Un Ben Affleck che avrebbe voluto dimostrare una volta di più di essere una buona scelta, se solo ne avesse avuto la possibilità.
Ed invece ancora una volta schiacciato da un complesso sistema corale che sotto quel costume non lo vuole far primeggiare, realizzandone solo una macchietta idealizzata.
Un Batman tra tanti, ma mai Il Batman.
Ne è un esempio il fatto che, in una orgiastica e sistematica caccia al fan service, dalla colonna sonora ai riferimenti a pinguini e ombrelli, quasi lo si è voluto dipingere come l'evoluzione drammatica del Batman di Tim Burton, chiudendo così, alla bisogna, il discorso su un eventuale e ancora in forse film sul personaggio e sul suo ruolo come eroe dalla lunga carriera.


Eppure.
Eppure è un film che promuovo, per due motivi.
Il primo, più cinefilo, è che segue e ben imposta, pur con qualche caduta di stile, il classico schema da film di supereroi che si uniscono: iniziale diffidenza mista a scontro all'inizio, poi unione del gruppo e perfetta coesione contro il nemico comune, un affiatamento che porta alla sconfitta del malvagio e alla vittoria dei buoni.
In quest'ottica, la mano, sia come sceneggiatura che come regia aggiunta (questa non accreditata) di Joss Whedon sul lavoro del collega Snyder si sente e si percepisce, sopratutto in particolari momenti.
Uno dei quali bene esemplificato nella famigliola di russi che ben ricorda certi siparietti presentati dal creatore di Buffy nei suoi lavori precedenti.
Il secondo, da Nerd, anzi Nerdastro, è che vedere questi cinque eroi (più uno) lottare assieme sul grande schermo, alla resa dei conti, una piccola emozione da "pasionario" la strappa.
Justice League è un film a cui voler bene, tutto sommato.
Come ad un bambino che muove i suoi primi passi, che sta iniziando solo ora a camminare e che, speriamo il prima possibile, potrà finalmente iniziare a correre con i grandi.

Voto 7/8
(PS: non andate via prima della fine dei titoli di coda: vi aspettano due scene, una molto simpatica, l'altra invece molto interessante per i possibili sviluppi futuri del DC Extended Universe)

Justice League
Regia di Zack Snyder/Josh Whedon
Sceneggiatura di Chris Terrio e Joss Whedon
con: Ben Affleck, Gal Gadot, Jason Momoa e Ezra Miller

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