IO LEGGO FORTE - Dylan Dog N°374 (La Fine dell'Oscurità)


La Verità.
Così ricercata, così sfuggente.
La Verità dietro il buio della menzogna.
La desideriamo, la invochiamo come salvatrice assoluta, al pari di un Dio.
Perché solo la Verità saprà renderci liberi.
Sì, ma quale Verità? La mia, la vostra, di chi ha scritto questo albo di Dylan Dog, di chi ogni giorno legge il gobbo del telegiornale, dello scrivano dietro la tastiera di questo o quel sito web?
Perché la Verità non è mai una sola, è come la luce che colpisce un cristallo, che si dipana in un caleidoscopio di raggi, ognuno a suo modo portatore di una Luce.
Perché la Verità si basa sulla Fede, si basa sul credere che essere possessori di una conoscenza ci renda superiori. Che avere le risposte possa in qualche modo elevarci dalla incredibile condizione che siamo solo esseri di carne e ossa e poco più.
Poco importa se queste convinzioni sono sbagliate per il sentire comune e morale, se sono solo frutto di rabbia, bigottismo e, nel paradosso, ignoranza. Sono vere perché le crediamo tali, perché ci fanno stare bene con il lato oscuro di noi stessi, quindi devono essere Verità.

Chi segue questo blog dai suoi albori potrebbe pensare, a ragione, che chi scrive sia un appassionato di Dylan Dog, dato che negli ultimi mesi non ho fatto mancare, puntuale, il mio pensiero sull'inedito.
La verità, stavolta semplice e minuscola, è che negli ultimi mesi la testata ha raggiunto dei picchi qualitativi di un impatto importante, significativo.
Questo "La Fine dell'Oscurità" non fa eccezione.
Una storia straordinaria, scritta ed illustrata a regola d'Arte, capace di catturare l'attenzione, di far pensare, di lasciare un buco nel petto, di sconvolgere con il suo Orrore e con il suo tratteggiare una realistica umanità.
C'è una sequenza, che senza splatter o gore, fa venire i brividi più di ogni altra, ed è quella che trovate alle pagine 57-58.
Dylan. Una folla urlante coi cartelli, novelli bastoni e forconi, che impugnati come armi vengono usate per scandire delle Verità che sappiamo essere sbagliate, eppure come è possibile che questi "idioti bigotti", come li definisce lo stesso Dylan, credano in esse?
Perché sono frutto della loro Fede, loro credono in quelle parole terribili e lapidaria arriva la frase del personaggio nell'ultima vignetta di pagina 58: "Non sarai tu a fargli cambiare idea. Sono persone che credono nella loro Verità. Come te".

Ognuno di noi crede nella propria Verità, come chi ha scritto questo albo.
Che volutamente porta l'Indagatore dell'Incubo in un vortice inarrestabile, frenetico di eventi, di rimembranze, di rimpianti e dolorose Verità, sempre loro, sempre personali, sino ad un climax che si riassume in sei, ultime tavole, cariche di risposte, l'una il contrario dell'altro, un continuo ribaltamento che non spiega nulla, perché in questa storia non esiste risposta migliore di altre.
L'unica possibilità per non impazzire nella costante ricerca di Aletheia è capire che essa non ci appartiene, non lo farà mai, che forse dobbiamo solo fare un passo indietro e comprendere che oltre di noi, oltre il nostro personale sentire, c'è prima di tutto il cuore, la persona che abbiamo di fronte e dopo, forse, la costante ricerca di una nostra, personale "Fine dell'Oscurità", capace di strappare i fili che ci legano a questo Dio onnipotente, che nulla da e tutto può distruggere.
E forse neanche questa è la Verità.
Forse anche questa recensione è solo una delle tante Verità, ma non certo la sola, perché potrei in realtà non aver capito niente di cosa questo albo volesse raccontare e la Verità di qualche altro lettore potrebbe ben essere diversa dalla mia, ma per questo sarebbe meno giusta?

A questo punto, posso solo consigliarvi di recarvi in edicola, comprare Dylan Dog 374 e scoprire da voi quale è la Verità alla fine della lettura.
Una cosa però posso assicurarvela, certo di avvicinarmi al Vero quel tanto che basta: la sceneggiatura di Mauro Uzzeo e soprattutto i disegni allucinanti (per senso e bellezza) di Giorgio Santucci, con il suo gioco costante di Luce e Oscurità, di quel Bianco e Nero mai così funzionale alla storia, tutto questo non potrà lasciarvi in alcun modo indifferenti, in un senso o nell'altro.

DYLAN DOG N°374 - LA FINE DELL'OSCURITA'
Edito da Sergio Bonelli Editore.
Scritto da Mauro Uzzeo e disegnato da Giorgio Santucci

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