RE-VISIONE - Thor Ragnarok


Alle volte, le aspettative della gente generano mostri.
Stavolta, la recensione voglio iniziarla così, dicendolo chiaramente.
Thor Ragnarok, il terzo film che i Marvel Studios dedicano al celebre eroe creato da Stan Lee e Jack Kirby, è il film che non ti aspetti, anzi molto meglio!
Purtroppo non sono riuscito a vedere il film alla sua immediata uscita, per ragioni varie sono passate quasi due settimane prima di riuscire ad andare in sala.
Due settimane in cui, di questa pellicola, ho sentito dire "peste e corna".
Che era troppo comico.
Che non era Thor.
Che avevano completamente snaturato storia e personaggi.
Che non era assolutamente paragonabile alla saga omonima dei fumetti.
Eccetera, eccetera...
Lo ammetto, sono andato al cinema talmente carico di dubbi su cosa mi sarei trovato davanti che stavo anche per rinunciare e aspettare direttamente l'Home Video.
Sbagliando sonoramente.
Perché Thor Ragnarok è un film che ha bisogno del buio della sala per respirare appieno, per far comprendere la sua natura di bel film di supereroi.


Un film questo a cui non manca nulla, diverte, sa avere ritmo ed intrattenere e sopratutto sa far respirare l'epica da Fumetto su cui si basa.
E' un caleidoscopio di trovate, frutto della regia citazionista e mai banale di Taika Waititi, che ha saputo trovare la giusta chiave di lettura per una pellicola di questo tipo.
Ha saputo portare in scena un'alchimia gustosa di immagini roboanti, di situazioni comiche il cui unico scopo, oltre la mera risata, era dare assoluto risalto alla drammaticità di alcuni momenti specifici della storia, caricandoli di una potenza che le due pellicole precedenti non avevano.
Per la prima volta, infatti, finalmente il personaggio di Thor assume quella potenza reale che mai gli era stata concessa di esprimere, è protagonista a tutto tondo, capace di calamitare attenzione ed empatia da parte del pubblico.
Lo fa con simpatia e ardimento, senza strafare, senza apparire, paradossalmente, lo stupido fuori dal mondo che è stato presentato al pubblico in passato.
Merito di un gioco costruito benissimo, di un villain mai cosi carismatico, una Hela che Cate Blanchett porta sullo schermo gigioneggiando senza mai sbagliare una posa o uno sguardo.
Terribilmente affascinante e mai cosi temibile.
La presenza di Hulk? Secondo alcuni non necessaria, puro fan service.
Potrei anche essere d'accordo, ma ammettiamolo? Un cinecomic senza fan service, che cinecomic è?
Non stiamo andando a vedere "Shakesperare in pomeridiana", per citare una delle poche indovinate battute del primo Avengers, bensì uno spettacolo imbastito solo ed esclusivamente per entusiasmare.
Come ho detto, è un caleidoscopio, in cui ritrovare una colonna sonora d'impatto, un sacco di citazioni della storia editoriale di Thor (non vederle e riconoscerle è una pecca grave per quei molti che si autodefiniscono "appassionati di fumetti"), e sopratutto delle immagini figlie di una CGI portata all'estremo, il cui unico scopo è armonizzare la generale e generosa follia narrativa del tutto. C'è un discorso stilistico che si riallaccia alla messa in scena di film come Guardiani della Galassia, prolungandola, armonizzandola per trasportare il pubblico verso il nuovo capitolo, ossia quel mega minestrone di idee e concetti che sarà Avengers: Infinity War.
Perché vedere i film Marvel Studios nella singolarità e non nel loro insieme, come nuovi tasselli di un discorso molto ma molto più ampio, rimane sempre un errore di certa critica e di un certo pubblico.


Thor Ragnarok è talmente un successo da trarre giovamento persino dai suoi stessi difetti.
Prendete Jeff Goldblum.
Waititi l'ha lasciato a briglia sciolta e il risultato è un personaggio da barzelletta, senza freni e che alla fine del film riesce talmente a stonare, nella seppur notevole atmosfera comedy del film, da meritarsi senza colpo ferire la scena post credits, come una sorta d'incoronazione.
Altro merito di Waititi è quello di riuscire a consegnarci una delle figure femminili più belle viste in diciassette pellicole Marvel (tante sinora ne sono state realizzate da quel primo Iron Man).
La Valchiria di Tessa Thompson è bella, femminile e guerriera, pura icona, persino più di quanto lo sia stata Gal Gadot in quella specie di insipido film sull'Amazzone DC.
Conquista e fa innamorare, combattendo e non cercando mai altro supporto che non sia l'amore del pubblico. Un personaggio vincente, altro tassello fondamentale del successo del film, che mentre scrivo macina incassi davvero importanti.
Un successo meritatissimo, e il mio consiglio, spassionato, è di farne parte.
Di prendere il vostro biglietto per questa corsa e tra una risata e una sferzata di testosterone (impossibile non sentire la scossa che da in un film del genere Immigrant Song) lasciare che il divertimento vada per la sua strada, che lasci fuori da quella sala ogni problema per due ore e che il Fumetto che si fa Cinema raggiunga una nuova, importante vetta.
Sorridete, sono solo supereroi, mica la vita vera!

THOR RAGNAROK
diretto da Taika Waititi
con Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Tessa Thompson, Mark Ruffalo e Cate Blanchett

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