RE-VISIONE - La Mummia (2017)



Ve lo dico subito, così evitiamo dopo equivoci di sorta: a me La Mummia è piaciuto.
Pur con tutta la sua caterva di difetti, pur con tutte le ingenuità del caso, pur nel suo puerile tentativo di iniziare a creare le fondamenta di questo "Dark Universe" (ne riparleremo più avanti), a me è piaciuto. Come possono piacermi i film trash, per intenderci.
Perché l'essenza di questa pellicola, un reboot (e che nulla ha a che fare con i tre precedenti con Brendan Fraser), è proprio questa, quella di un film da poco, ma dalle tante ambizioni e dagli esiti forse più disastrosi di quelli compiuti dalla villain di turno.
Ma andiamo con ordine.
Tutto nasce dal perverso tentativo di Universal d'inseguire questa moderna corsa al franchise.
La Disney, con Marvel e Star Wars, ha aperto una strada, mostrando che l'appartenenza ad un brand era l'attuale chiave per fare soldi (e forse lo è sempre stata).
La concorrente Warner ci sta provando con i supereroi della DC Comics e pare sia intenzionata a percorrere la stessa strada pure con la mitologia dei cavalieri di Camelot (il recente King Arthur - Il Potere della Spada di Guy Ritchie - film molto divertente e ben realizzato, che vi consiglio - dovrebbe essere, nelle aspettative, il primo capitolo di una saga in divenire).
E alla Universal? Non si può certo stare con le mani in mano.
E un poco me l'immagino, un giorno di qualche tempo fa, quell'ipotetica riunione di consiglio:
"Signori, ci serve un'idea! Quale franchise possiamo sfruttare, di cosa deteniamo i diritti sfruttabili appieno dal nostro reparto marketing?"
Un sommesso borbottio avvolge la sala, sino a che uno degli astanti alza timidamente la mano.
"Io.. io avrei un'idea, signore.."
"Sentiamola!"
"Beh, ci sarebbero.. ci sarebbero "I Mostri", signore.. i cosiddetti "Mostri della Universal", come molti li chiamano oggi..."
"I Mostri.. ma intendi..."
"Dracula, il mostro di Frankenstein, L'Uomo Lupo, eccetera... si, proprio quelli signore.."
L'uomo rimane in silenzio, il respiro di tutti pare fermarsi, poi l'uomo sbatte un pugno sul tavolo.
"Si, mi piace! Facciamolo!".. E ho già una mezza idea di come potremmo sfruttarli.. li facciamo vivere ognuno in una pellicola specifica, ma collegate tra loro... e poi li uniamo tutti assieme in una sorta di enorme calderone in cui dovranno affrontare una minaccia comune.. e chiameremo tutto questo.. ci vuole un nome ad effetto.. Dark Universe! Si, mi piace!"
"Ma signore, non pensa che sia sin troppo simile a..."
Non termina la frase perché l'uomo lo fulmina con lo sguardo, intimandogli il silenzio.
"Ho detto: Dark Universe... ci sono obiezioni?"
E ancora una volta il silenzio cala nella stanza.
Ok, forse ho esagerato, però dietro l'ironia della cosa, in parte, è così che è andata, alla fine.


Perché La Mummia è proprio questo: il primo tassello del "Dark Universe", come ci viene ricordato sin dall'incipit della pellicola, con tanto di logo che si accavalla a quello classico Universal.
Praticamente, un infantile tentativo di creare una saga di supereroi, sfruttando i Mostri come eroi.
Il modello è quello Marvel, con tanto di personale S.H.I.E.L.D. di sorta, che qui invece viene chiamato "Prodigium", come ci spiega ad un certo punto Russel Crowe, alias il Dottor Jekyll, che qui assurge al ruolo del Fury della situazione, iniziando a creare quell'universo condiviso di cui sopra.
La parte fondamentale del film è sostanzialmente tutta qui.
Perché ciò che precede la parte esplicativa del film è un film con Tom Cruise.
Un qualsiasi film d'azione con Tom Cruise.
Un uomo che, a 55 anni, dimostra che è possibile sfidare le leggi del tempo.
Ma sino ad un certo punto. Perché se è innegabile che alcune delle scene d'azione sono pienamente debitrici di un qualsiasi Mission: Impossible di sorta (la scena dell'aereo ne è un esempio), è nei momenti in cui il Nostro deve sfoggiare il suo sorriso da guascone che il film perde potenza e un pizzico di credibilità. Perché sono i momenti in cui Tom, sforzandosi di tenere testa alla commedia, come contraltare all'avventura e al mistero, non è minimamente in parte, risultando solo fuori tema e fuori tempo con il resto della storia.
Forse, con un attore più giovane e più intrattenitore, il film ne avrebbe guadagnato in piacevolezza.
La trama di sicuro non aiuta.
La giovane principessa Ahmanet, desiderosa di potere, decide di votarsi alle forze del Male,
Come sacrificio, uccide il padre e il piccolo erede al trono. Per punizione per questa efferatezza, viene rinchiusa ancora viva in un sarcofago, e celata in una tomba per l'eternità.
Qui arriviamo ai giorni nostri, con Tom Cruise e compare (il Jake Johnson della serie tv New Girl), che sfruttano la loro posizione come militari per fare i razziatori di tombe.
In seguito ad un raid aereo, viene svelata la tomba di Ahmanet, e i Nostri, insieme ad un'affascinante archeologa (la Annabelle Wallis vista in Mine), con dei trascorsi - ma dai! - con il personaggio di Cruise, trasportano il manufatto in Inghilterra, dando il via alla nuova venuta al mondo della principessa, ora una terrificante Mummia.
Non sto neanche a dirvi i voli pindarici fatti dai tre sceneggiatori per scrivere il plot del film, un coacervo esasperato di cose che vanno oltre la sospensione dell'incredulità, con i nostri eroi costretti per tre quarti della pellicola a correre e scappare dagli assalti sovrannaturali della Mummia.
Già, la Mummia.
Forse la cosa più bella del film, e non solo perché ad interpretarla c'è l'affascinante Sofia Boutella (vista in Kingsman - Secret Service e Star Trek: Beyond).
Forse, seppur in maniera meno sviluppata di quanto possa sembrare, è l'unico personaggio a tutto tondo della pellicola. Ha struttura e carattere, ma ovviamente sfruttata malissimo.
Eppure questo film, come dicevo all'inizio, mi è piaciuto, proprio per il suo essere "difettoso".
Perché è orgogliosamente fatto per essere una macchina macina soldi al botteghino, almeno nelle intenzioni. Lo sceneggiatore, qui solo regista, Alex Kurtzman si affida al collega David Koepp per lo script, mettendosi scolasticamente dietro la macchina da presa.
Come detto prima, lo sforzo nella costruzione dell'azione è presa di petto dalla filmografia di Cruise, e questo non è necessariamente un male.
C'è dinamismo e gli effetti speciali sono funzionali, anche e sopratutto quando sono volutamente esagerati nei toni, tanto, in alcuni frangenti, da risuonare ridicoli (la tempesta di sabbia su Londra).
Cercare arte in un franchise alle volte è impresa indegna.
Questo è uno di quei casi. La sceneggiatura come già detto non aiuta, mostrando dei vaghi guizzi solo quando arriva al nodo centrale della storia, quello vero.
Non tanto sconfiggere la Mummia, quanto mostrarci appunto questo "Prodigium" e farci capire in tutte le salse che questo "Dark Universe" è solo all'inizio della sua corsa.
Poco importa che appaia tutto privo di logica, alle volte.
Anche questo suona tanto trash da essere irresistibile.


Insomma, l'avrete capito ormai. Una parte di me sarebbe anche tentata di sconsigliarvi questo film, con molta supponente puzza sotto il naso.
Ed invece è proprio il contrario. Perché "La Mummia" è un Cult al contrario.
E' da vedere per gli stessi motivi per cui molti vi direbbero di evitarlo.
Un totale sfacelo, in termini di grammatica cinefila, ma un assoluto punto di riferimento per il cinema d'intrattenimento facile, quello senza davvero nessuna possibile pretesa.
Un film da vedere comodamente sul divano, per riderne di gusto, apprezzandone ogni ridicola sfumatura.
Il finale, neanche a dirlo, apre le porte per eventuali sequel.
Personalmente, non vedo l'ora che arrivino.
Che il "Dark Universe" abbia ufficialmente e disastrosamente inizio!

LA MUMMIA (2017)

Diretto da Alex Kurtzman.
Con Tom Cruise, Sofia Boutella, Annabelle Wallis, Jake Johnson e Russell Crowe.

Disponibile a noleggio, in digital video e in vendita.




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