RE-VISIONE - Ghost In The Shell





Per farvi capire il mio stato d'animo dopo aver visto "Ghost In The Shell", voglio partire da un'ipotesi di fantasia, ovvero che, in un universo parallelo io sia sposato con Scarlett Johansson, la sua affascinante protagonista.
Un attimo, un attimo. Vi posso quasi sentire, coi rimbrotti e le risatine, ma come detto è un gioco di fantasia, e se avrete la bontà di seguirmi in questo gioco, capirete.
Sposato con Scarlett, dicevamo.
In questo universo parallelo, è tutto essenzialmente uguale. Io sono principalmente il Nerdastro con tutte le sue passioni, lei è la fantastica attrice che tutto il mondo conosce. Cambiano solo quei tre/quattro elementi di fondo che hanno garantito i giusti gradi di separazione per arrivare a conoscerci, innamorarci e sposarci.
Spostiamo la bussola del racconto ad un giorno specifico. Una placida mattina di inizio 2015.
"Amore, sono tornata!"
"Sono nello studio, Tesoro!"
Scarlett entra nello studio. Le labbra carnose piegate in un delizioso sorriso. Il ritratto della felicità. Alzo la testa dal libro che sto leggendo e la guardo, radiosa come un sole di primavera e con l'espressione furba che mi ha fatto innamorare di lei. Noto che ha le mani incrociate dietro la schiena.
"Cosa hai da sorridere tanto? Com'è andata agli studios?"
"Oh bene bene.." fa lei sempre con quel sorrisetto, quel tipico sorriso del ragno che attende paziente che la mosca cada nella sua rete. O dato il soggetto dovrei dire di una mantide.
"Ho accettato il ruolo della protagonista in questo film.." e svela cosi il mistero delle mani dietro la schiena, quando con rapida mossa, getta sulla scrivania di fronte a me un blocco di fogli su cui domina la dicitura "Ghost In The Shell - Movie Script".
Per un attimo, smetto di respirare. Me ne rendo conto dal fatto che lei mi sta fissando e io non riesco a spiccicare parola. Mi limito solo ad alzare lo sguardo e a contemplare la locandina che sta proprio di fianco all'enorme libreria che domina nello studio.


La locandina è del capolavoro animato del 1995, un film che James Cameron ha definito "il primo lungometraggio animato che è riuscito a raggiungere la perfezione visiva". Un film che ha segnato il mio crescere come Nerd ed essenzialmente una pietra miliare della mia giovinezza.
Scarlett intercetta il mio sguardo.
"Sarò lei" mi fa avvicinandosi alla locandina "La protagonista di una delle storie che tanto ami".
Poi si volta e appoggiandosi alla parete, con il fare sexy di una gazzella assassina "Adesso hai ben due personaggi da farmi interpretare a letto" e mi fa un malizioso occhiolino.
Replico con un sorriso, ma dentro di me qualcosa fa urlare tutti i miei sensi.
Parlo dei sensi di nerd.
E' Hollywood, e Hollywood rovina sempre tutto. Parliamo di due concezioni diverse di vedere le cose, parliamo di un pilastro della narrativa nipponica, qualcosa che ha saputo influenzare opere successive, che ha definito tanto e ancora ha da raccontare.
Concetti che vorticosi mi ruotano in mente, quando vengo richiamato sulla Terra da Scarlett.
"Ehrm, come Amore?"
"Ho chiesto, dove tieni il Blu-Ray del film? So che ce l'hai, mi è venuta voglia di vederlo, cosi intanto me lo studio un poco e chissà, magari capisco anche perché ti piace tanto, che ne dici?"
"Ah, il Blu-Ray.. si, ecco.. dovrebbe essere di là.."
Mi alzo e nel muovermi verso l'enorme scaffale della stanza home cinema, mi rendo conto di aver sudato freddo, mentre il monolite appena scagliato da Scarlett sulla scrivania dello studio troneggiava già nei miei incubi.
"Eccolo qui, in mezzo a tutti gli altri anime fondamentali!"
Lei si sporge e mi da un bacio. Forse ha capito cosa mi frulla nel cervello.
"Tranquillo.. Ci penso io a far si che tutto sia rispettato.."
So che sta mentendo ma abbozzo un sorriso e mentre la guardo accendere il lettore e la TV mi chiedo se anche io non mi sto trasformando in uno di quei nerd della domenica che tanto odio.
Passano i mesi.
Una mattina avviene quasi un deja-vu.
Io sono nello studio, ancora una volta a leggere.
Lei rientra in casa e mi raggiunge. Le mani dietro la schiena, ancora una volta quel sorriso da mantide. Solo che stavolta mi sento non la mosca, ma il ragno a cui staccare la testa.
"Tadaaaaa!" e mi getta davanti la bomba.
Un Blu-Ray con su scritto "Ghost In The Shell - Movie"
"Anteprima assoluta, Tesoro. Solo per te"
Ancora una volta rimango ammutolito. Vuoi per la bella sorpresa, vuoi perché mi ritrovo davanti all'oggetto dei miei incubi. Quel maledetto film che una parte di me non vorrebbe mai vedere e l'altra, timorosa ed eccitata come un bambino al suo primo Halloween, anela come un prezioso tesoro nerd.
Scarlett mi prende per mano e andiamo nella sala cinema. Mi accomodo mentre lei sistema il disco nel lettore e si siede accanto a me.
Parte il film.
Le immagini scorrono, il ritmo della pellicola è frenetico. L'iconografia di base è rispettata, virata sotto la lente commerciale americana. Scarlett sullo schermo primeggia, ancora una volta calatasi al servizio della storia, donando corpo a pura suggestione disegnata. Anche il resto del cast funziona, ritrovo cosi parte dei personaggi che hanno contribuito a rendere grande questa storia, Batou su tutti.
L'immaginario Cyber-Punk che nell'opera originale aveva segnato una chiara impronta visiva si è perso per strada, la pellicola quindi risente della mancanza di quel parallelo tra asettico e meccanico, quella sorta di fuoco nel ghiaccio che affascinava lo spettatore.



Ma è qualcos'altro che manca, realmente. Un qualcosa che non mi riesco a spiegare. Che mentre le scene scorrono non riesco ad afferrare.
Non è la trama, essenzialmente fedele.
Non sono gli attori, anzi. Kitano giganteggia e solo per lui vale il biglietto, altro che Scarlett.
Non è neanche la regia, tutto sommato esente da reali pecche, anche se troppo scolastica.
No, è qualcos'altro.
Lo capisco solo alla fine del film, quando il disco ritorna alla schermata di avvio.
Sento come una fitta. Non di dolore, piuttosto di rimpianto.
"Allora, allora?" mi fa eco lontana Scarlett. Mi volto come assente e la guardo.
C'è bellezza in quei lineamenti. In quel sorriso che aspetta solo un bacio e un complimento e che la parte di me, quella innamorata, vorrebbe darla e chiudere così la faccenda.
Ma i miei occhi purtroppo non mentono, non possono, non a lei e il sorriso di Scarlett sparisce, lasciando spazio a quel sottile, nervoso, ansante interrogativo che hanno le donne sul volto quando pensano di averci delusi e vorrebbero sapere il perché, che lo vogliamo o no.
"Ho capito, non ti è piaciuto.."
"Non è questo, è che.."
"Che cosa?" mi fa, con un pizzico di rabbia malcelata, forse pensando che non sia stata all'altezza di chissà quale aspirazione.
Per tutta risposta mi alzo e vado nello studio.
Torno dopo poco sorreggendo la cornice con la locandina del film.
La appoggio di fianco al televisore e metto il film nuovamente in riproduzione.
"Questo cosa vorrebbe significare?" fa lei, anche un tantino spazientita da quella messinscena.
"Adesso guardalo con i miei occhi!"
Lì per lì Scarlett non afferra. Volge lo sguardo da me alla locandina. Dalla locandina a sé stessa sullo schermo piatto.
Poi nuovamente a me. Poi nuovamente alla locandina. E a quel punto capisce.
Lo vedo da come sgrana quei suoi enormi occhioni verdi.
Lo vedo dalla colpa che inizia a velare quegli occhi.
Mi afferra il braccio.
Ha capito.
"L'anima..." sussurra, più alta delle esplosioni restituite dall'home teatre.
"Esatto.."
"Potrai scusarmi?"
"Non è certo con me che chi ha fatto questo film deve scusarsi.."
Rimaniamo cosi, in silenzio, mentre la Major disegnata sembra quasi guardarci male dalla cornice.
Perché il problema di questo film con attori in carne e ossa è che non va visto per le aspettative nerd. Non va visto come un tradimento di una pietra miliare. Non va visto con odio o disprezzo preventivo.
Va solo considerato per quello che è, un prodotto senz'anima, tratto da qualcosa che è pura Emozione.


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