#ReceVeloce - The Best Of (01/03/18 - 20/03/2018)



Nuovo appuntamento con il meglio di #ReceVeloce, ovvero le recensioni random sui profili social de Il Nerdastro (link come sempre in fondo all'articolo).
Recensioni di film, fumetti e serie TV, che dallo scorso appuntamento abbiamo visto arricchirsi di nuovi piatti sul menù, come i fumetti in arrivo direttamente dagli USA, e, da questo Best Of, a farci compagnia, anche il mitico Ash Williams con la terza stagione di "Ash vs. Evil Dead", che, come per "X-Files", analizzeremo episodio per episodio.
Insomma, davvero per tutti i gusti! Andiamo a cominciare, e ancora un volta ad aprire le danze, la coppia Mulder e Scully!

X-FILES (STAGIONE 11 - EPISODIO 7-9)


S11E07
Un episodio quasi interamente muto, fatto solo di quell'incubo nel quale, lentamente, inesorabilmente, stiamo tutti noi immergendoci giorno dopo giorno.
Un incubo fatto di inter-connessioni senza fili, di una infinita ricerca di comodità e di un freddo senso di supporto e sicurezza, il tutto attraverso il semplice sfiorare lo schermo di uno smartphone. Un gesto semplice, unica iterazione fisica con una intelligenza impalpabile, quasi onnipotente.
Nulla è segreto, tutto è online, in un circuito chiuso di privacy violate e di soddisfazione effimera data da un progresso tecnologico che, alla resa dei conti, finisce solo per farci dimenticare che l'unico modo per essere veramente connessi, veramente in contatto, è prendersi per mano e lasciare che il tempo riprenda il suo lento, rilassato corso.
Sinora l'episodio più moderno, nel senso pratico del termine, e sopratutto meglio scritto e diretto di questa stagione 11.
E ricordatevi sempre di lasciare la mancia...

S11E08
Episodio abbastanza anonimo, per certi versi, questo ottavo.
La storia verte su stregoneria e affini, ma al tempo stesso è tutto molto sciapo, il mistero in sé è intuibile all'incirca da metà episodio, basta solo stare attenti a due/tre indizi ben gettati.
Il punto forte di questa puntata è perciò il sottotesto della "caccia alle streghe", di quell'isteria collettiva che, come un morbo, si diffonde rapidamente e altrettanto rapidamente da alla testa.
La folla inferocita, armata solo di odio e mal celata rabbia, spacciata come insano desiderio di giustizia, riesce ad essere un topos purtroppo sempre attuale e spaventoso, più di ogni inquietante bambolotto o teletubbies demoniaco si scelga di presentare al pubblico.
Mancano due episodi al finale di stagione. I giochi si sveleranno e saluteremo ancora una volta Mulder e Scully.
Ci attendono verità là fuori, anche se non sappiamo ancora di quale tipo!

S1109
Tutti invecchiamo. Anche i personaggi di fantasia.
Anche Mulder e Scully, che iniziano a sentire su di loro il peso del tempo, di questi 25 anni di indagini sul continuo filo sospeso tra ragione ed incredibile.
Se c'è una cosa che mi ha colpito di questa undicesima stagione di "X-Files" è il fatto non banale che tutto si è ammantato di una strana atmosfera intimista, più attenta ai sentimenti del nostro tempo e a quello dei protagonisti.
Un revival che ha smesso di essere tale, ed è pienamente entrato nel meccanismo che ha reso questa serie un piccolo, grande pezzo di storia della televisione.
Ma nonostante il tempo che passa, ancora oggi gli sceneggiatori trovano il modo di appassionarmi, con i loro guizzi di fantastico, unendo in un solo episodio: una vendicatrice incappucciata che cita le sacre scritture, una setta, una ex reginetta dello spettacolo e uno scienziato pazzo.
Il punto sta nel come e quello non ve lo svelo.
A questo aggiungeteci i dialoghi su Fede e Tempus Fugit di Mulder e Scully, e otterrete un episodio densissimo.
Un'ultima indagine prima del finale di stagione, e a questo proposito v'invito a fare molta attenzione al bel dialogo tra i due che chiude l'episodio, capace con pochi accenni, con poche parole ben scritte e recitate di tratteggiare un rapporto di coppia, nato 25 anni fa, in un ufficio nel seminterrato dell'FBI.
X-Files - Stagione 11. Creato da Chris Carter, con David Duchovny e Gillian Anderson.
Distribuito su Fox Italia, canale Sky 112


DIABOLIK #853
(IL PRIMO AMORE)
55 anni. Tanti ne festeggia con questo albo inedito Lady Kant, l'affascinante compagna di Diabolik, che appariva per la prima volta ai lettori, in tutto il suo glaciale fascino, nel #3, "L'Arresto di Diabolik", e da allora di strada insieme a Lui ne avrebbe percorsa parecchia, sempre al suo fianco.
Un albo speciale quindi, non solo per lo strillone incopertina.
Al pari di quanto avvenne per il cinquantennale di Eva, anche stavolta la storia assume dei contorni particolari, ricollegandosi al passato del personaggio.
Quel Tempo Passato, così ricco e sfaccettato, che è ormai il primo protagonista degli speciali di grande formato di Diabolik da molte primavere.
In questo caso specifico, "Il Grande Diabolik" preso in esame è quello del 2010, "L'Ombra della Luna", nella quale facevamo la conoscenza del primo batticuore di Eva, tale Manuel, reo di averla ingannata.
Ancora una volta quindi, come nel succitato numero del 2013 "I Segreti di Morben", torniamo a conoscere una sorta di evoluzione degli eventi occorsi ad Eva nel collegio-lager di Morben, luogo di tortura più che di formazione.
L'escamotage è praticamente il medesimo: parte nel presente, flashback nel passato, con sequenze riprese dal GDK in questione, ritorno al presente per spiegazione finale e nuovo flashback inedito, che svela nuovi dettagli.
Ma stavolta, a differenza che con "I Segreti", il ritorno a Morben risulta in qualche modo sin troppo freddo, distante, senza apparente vera emozione.
Prima di recensire questo numero di Diabolik, sono andato a rileggermi quella storia e ho ritrovato, a distanza di cinque anni, un racconto animato, interessante, capace di avvincere e convincere, merito di un Pasini in gran forma, che ha saputo costruire una bella aggiunta al mitico "Eva Kant: Quando Diabolik non c'era", la prima incursione nel passato di Eva, più volte ristampato in varie salse.
Qui invece, con Faraci alla sceneggiatura, su soggetto suo e di Gomboli (autori ormai solidamente al timone, quando parliamo di andare ad investigare nei meandri della memoria dei nostri protagonisti), la storia fila via sin troppo liscia, senza apparenti scossoni, neanche emotivi.
Eva appare una donna matura, che ha saputo imparare da quel tragico errore del passato e crescere, anche sentimentalmente, incontrando l'uomo della sua vita.
Sin qui, nulla da eccepire.
A fare da pesante zavorra, però, ci si mette il faccia a faccia con Manuel, che se da una parte è sicuramente logico, dall'altra appare però sin troppo funzionale alla massima "Uccidere il passato". Tutto scivola via in poche, veloci parole, dopo che quasi metà albo se ne è andato a riproporre il primo incontro già raccontato in "L'Ombra della Luna".
Ne risulta quindi una lettura che certo non delude, ma neanche mi ha fatto fare salti di gioia da lettore diaboliko.
Sarà il troppo amore per i personaggi a parlare, ma avrei preferito veder trasparire maggior furore e passione da queste pagine. Non parlo in realtà di azione o violenza o impeti di rabbia, la reazione di Eva in qualche misura è giusta, oserei dire perfetta (il dialogo delle ultime pagine tra lei e DK è un fiore all'occhiello nella psicologia di coppia dei due).
Solo che, alle volte, non sempre il solito aghetto al cianuro è la soluzione più indicata per ogni male narrativo, quasi fosse il Deus Ex Machina di cui non si può fare a meno.
Palumbo si rivela l'uomo del Passato, ancora una volta, impreziosendo col suo tratto questo albo celebrativo. Gli fa da contraltare un asciutto Di Bernardo che realizza delle belle tavole della parte presente, sopratutto nel volto di una convincente ed irata Eva.
Insomma, alla resa finale, Tanti Auguri a Eva, ma voto 7 a questo numero.
Il Primo Amore. Scritto da Tito Faraci e disegnato da Giuseppe Di Bernardo e Giuseppe Palumbo. Edito da Astorina


ZAGOR #632
(LA BANDA DEGLI SPIETATI)
Seconda parte (di 3) del "Ritorno di Blondie", questo albo continua, per ritmo narrativo e impostazione, sulla falsariga del precedente, con due linee parallele che vedono da una parte Zagor, nell'ennesima situazione da raddrizzatorti, e dall'altra una energica e intensa Blondie, alla ricerca di una feroce vendetta, ancora senza spiegazione.
Due cammini paralleli che finiranno per incrociarsi, finalmente, alla fine del numero, in una adrenalinica sequenza d'azione.
Zamberletti dimostra di conoscere la materia, e prosegue nel buon lavoro già imbastito, non accelerando improvvisamente con la storia, ma facendo respirare i caratteri, malvagi o meno, di tutti i personaggi in scena, nessuno escluso.
Forse, se proprio devo muovergli una critica, c'è che, per la terza volta da che quest'avventura ha avuto inizio, abbiamo una sequenza in cui dei manigoldi "allungano le mani" su una fanciulla, stavolta indifesa, con successivo intervento del nostro eroe a risolvere la situazione.
Ma sottolineo quel "forse", in ogni caso.
Nulla da eccepire invece sul lavoro grafico di Laurenti, sempre un piacere per gli occhi, con le sue linee sinuose e il suo innato senso del movimento dinamico.Sul finire, due righe due riguardo l'albetto omaggio con "l'incontro" tra Zagor e Jovanotti.
Operazione simpatica, che ha scatenato il solito troppo rumore per nulla sul web.
Burattini e Venturi ci regalano un omaggio, più che al cantante, alla sua passione per Zagor come lettore di fumetti.
La storiellina è breve, disegnata benissimo e usa l'escamotage più logico, quello del sogno, per qualcosa di leggero, come era giusto che fosse.
Non sarà certo una colonna della cronistoria zagoriana, a nessuno è stato estorto più del dovuto, e alla resa dei conti, è solo un piccolo pezzo, che un giorno si potrà definire "da collezione". Potete leggerlo, potete buttarlo in un cassetto e dimenticarvi che esista, non cambierà certo l'ordine naturale delle cose.
La Bonelli non si è "venduta" e nella Storia del Fumetto non sarà certo il primo ne l'ultimo incontro tra personaggi di fantasia e personalità celebri.
Personalmente, lo metterò in libreria, nella sezione in cui conservo "Le Vie dei Colori", un altro albetto extra in cui un cantante incontrava un eroe dei fumetti, tal Claudio Baglioni e tal Dylan Dog, eppure ricordo che all'epoca nessuno si strappò le vesti o accese torce e forconi..
La Banda degli Spietati. Scritto da Antonio Zamberletti e disegnato da Mauro Laurenti. Edito da Sergio Bonelli Editore


DYLAN DOG #378
(DORMIRE, FORSE SOGNARE)
Buon episodio del serial a fumetti che sta diventando Dylan Dog.
Ancora una volta la continuity sotterranea, fatta di dialoghi e rimandi, si fa sentire ma sopratutto è sempre un piacere vedere il vecchio Bloch in azione.
Gigi Simeoni confeziona una storia dal finale compiuto, una di quelle indagini dalla classica sostanza misteriosa, spettrale ma non terrificante.
Dotata infatti di un dolente risvolto, è una di quelle storie che non lascia finali aperti o questioni irrisolte per la chiusa ad effetto.
Non con questa spiegazione, crudele e puntuale.
Di sicuro, un episodio di gran lunga migliore di storie campate in aria come "Il Passo dell'Angelo".
Qui abbiamo il Dylan indagatore, il Dylan compassionevole, il Dylan connesso con quel qualcosa oltre il confine dell'aldilà, quel territorio a metà tra sogno e intuizione.
Un territorio che Freghieri riesce come sempre a rendere uno spettacolo per il lettore, ancora una volta.
Il suo tratto rimane davvero una delle colonne portanti della serie, riconoscibile, ricco di sfumature e attenzione artistica.
Insomma, "Dormire, Forse Sognare" si pone tra quei pochi albi recenti che non deludono, nonostante le poche aspettative.
Dormire, Forse Sognare. Scritto da Gigi Simeoni e disegnato da Giovanni Freghieri. Edito da Sergio Bonelli Editore


ANNIENTAMENTO
Annientamento. Annihilation.
Qualsiasi sia il titolo che preferite, c'è un punto che va chiarito subito, a visione appena conclusa.
Alex Garland ha avuto ragione di non prendere benissimo la scelta di Paramount di distribuire questo film direttamente su Netflix (a parte un pugno di paesi in cui ha visto il buio della sala, infatti, il film è passato sulla piattaforma saltando il cinema, dove era inizialmente previsto).
Perché questa è una pellicola che avrebbe beneficiato della suggestione del grande schermo, mezzo che avrebbe restituito piena giustizia alle suggestioni multicolore di alcune scelte stilistiche, di alcune immagini affascinanti ed ipnotiche nella loro estatica bellezza.
Che avrebbe dato al senso ultimo di questa "minaccia" aliena un incanto armonioso e al tempo stesso.. beh, annichilente.
"Annientamento" è un film che parla di scienza. Anzi, ad essere precisi, è un film che parla di co-scienza.
Nessuno ama il cambiamento, il cambiamento è male, il cambiamento è rottura dello status quo, dell'equilibrio a cui aggrappiamo le nostre certezze, i nostri saldi principi.
Ma cosa accade se una forza estranea ci spinge ad esso, ci costringe ad affrontarlo a muso duro e occhi chiusi da cecità mentale?
Davvero quella di fronte a noi è una minaccia, una forza destinata ad annientarci oppure a rinnovarci, a cambiarci per il meglio, in una nuova forma, in una nuova essenza vitale e universale?
Il film procede su due fronti, quello riflessivo e quello spettacolare.
E se il primo arriva per percorsi tortuosi, che spingono lo spettatore a pensare, a capire, a tradurre quello che vede, il secondo invece preferisce prendere una strada più lineare.
Un misterioso bagliore ha generato un campo di forza intorno ad un faro. Un campo di forza misterioso, impossibile da catalogare secondo le umane meccaniche, un campo che racchiude dentro di sé la vita terrestre e la modifica, la trasforma in qualcosa di nuovo, in una nuova chiave evolutiva.
Entrare è facile, difficile, se non impossibile, uscirne.
Starà ad un composito gruppetto di donne entrarvi all'interno alla ricerca di una soluzione e di una parvenza di risposta.
Essenzialmente la trama è tutta qua.
Ma ovviamente la chiave per apprezzare appieno "Annihilation" è lasciare che la ragione, strano a dirsi, rimanga fuori.
Quello che Garland propone è un viaggio di scoperta affascinante, che fa pensare al nostro ruolo come esseri di carne e molecole, alla nostra vana certezza del nostro posto nel mondo, nel cosmo, nella Vita.
Cosa siamo realmente? Perché siamo così e non di un'altra forma, di un'altra funzione, di un altro corpo?
Perché pensiamo di essere superiori, se ogni cosa che non capiamo non abbiamo altra soluzione che distruggerla?
Ammetto che questo film ha rotto una diga dentro di me, molti non coglieranno, non del tutto.
Ma io ho visto un racconto denso di struttura, solo all'apparenza d'intrattenimento.
Tanti cercheranno la spiegazione, ignorando che lo scopo del film è proprio non darla. Quanto semmai mostrarla.
Garland crea una farfalla complessa, racchiusa in una crisalide ben confezionata.
Regala a Natalie Portman un One Woman Show in cui dare sfogo a tutta la sua bravura attoriale.
Sì, ci sono anche le altre attrici (ivi inclusa la mia adorata Tessa Thompson) ma nessuna di loro è protagonista quanto lei.
Difatti, tutto alla fine si racchiude in lei, nei suoi dubbi, nelle sue mancate certezze, nella sua quotidianità.
Il film centellina dei bei momenti, intimi, personali tra il suo personaggio e quello del marito di lei, interpretato da Oscar Isaacs.
Momenti che, alla fine, tornano indietro, carichi del messaggio del film e ti colpiscono dritto in testa.
Garland firma la sua seconda opera da regista facendo nuovamente centro.
"Annientamento" merita un posto d'onore tra i titoli di culto della fantascienza, al pari del suo precedente "Ex-Machina".
Chiudo solo aggiungendo la nota tecnica dovuta, quella che non se ne può fare a meno: il film è tratto dal romanzo omonimo di Jeff VanderMeer, primo della "Trilogia dell'Area X" (editi in Italia da Einaudi).
Perché dirlo solo ora, potreste obiettare.
Perché sento che domattina, come prima cosa, farò un salto in libreria.
E sarete d'accordo con me che, in questi casi, questo è il complimento migliore che si possa fare ad un film così!
Annientamento - Annihilation. Un film di Alex Garland, con Natalie Portman e Tessa Thompson. Disponibile su Netflix


SECRET EMPIRE #7/#8

n° 7
Arrivati a questo punto della saga, impossibile non parlare della trama ed evitare lo spoiler al tempo stesso.
Spoiler legato ad una vera vittima eccellente, ad una morte che arriva come diretta conseguenza di tutti i tasselli messi insieme sinora, di tutti quei dolorosi dubbi e assenza degli stessi che Spencer, rifacendosi anche al recente passato, ha incasellato, pagina dopo pagina, colpo di scena dopo colpo di scena.
Non rimane quindi che lasciar posare la cosa, motivo per cui ho aspettato così tanto per parlarvi di questo numero, quasi a ridosso dell'uscita del volume #8.
Ma possiamo sempre parlare, ancora una volta, dell'immensa bravura, sempre più ad ogni nuovo passo, di Andrea Sorrentino, che ci regala tavole che permetteranno a questo evento Marvel di essere ricordato negli anni a venire.
Un esempio? la sequenza di combattimento tra Frank Castle e la Vedova. Una doppia splash page che, in un mosaico di vignette su vignette, ci porta all'interno di una lotta serrata tra due combattenti esperti, senza esclusione di colpi.
Il tutto mentre ci viene spiegato il perchè il Punitore si sia schierato con Captain Hydra, oltre il contorto sentimento patriottico e di rispetto che da sempre Castle ha dimostrato nei confronti di Steve Rogers.
Nel prossimo numero, si tratterà d'iniziare la vera e finale resa dei conti, sulla Terra e nello spazio.
Inizia il conto alla rovescia

n° 8
Tocca ripetersi, recensire un albo come questo e non spifferare il colpo di scena è davvero cosa improba.
Ma dato che invece parlare della copertina non è fare spoiler, ecco cosa potersi e doversi aspettare da questa ottava parte.
Perché lo stolto guarderà alle citazioni di Ghostbusters oppure al Rocket Raccoon dinamitardo spaziale, ma il saggio sa che Nick Spencer vuole raccontare il momento dopo l'ineluttabile, quello in cui ogni eroe incappa presto o tardi.
Quel momento in cui si è a terra, il respiro pesante che si mischia alla polvere del campo di battaglia, quando il nemico è sopra di te e non puoi far altro che arrenderti.
Ma non conosci la parola "resa", non quando la speranza è ancora in gioco, e a quel barlume voti tutto, stringi i pugni e ti rialzi per sferrare il colpo decisivo e finale.
E per Spencer tutto questo vuol dire "Capitan America".
Altro non posso dire, a parte notare come, in questa saga, i vari disegnatori avvicendatisi siamo stati estremamente funzionali: Sorrentino per le parti più drammatiche e dure, Yu per i momenti all'insegna del "caciarone" e del fanservice e poi ci sono i numeri come questo, quelli che risuonano della nota "Marvel" e che gli artisti come Acuña colgono appieno.
Meno due al gran finale. Preparatevi perché dopo "nulla sarà più come prima" (almeno sino al prossimo maxi-evento, s'intende!).

Secret Empire, Evento Marvel sceneggiato da Nick Spencer, per i disegni di Andrea Sorrentino e Daniel Acuña . Edito in Italia da Panini Comics


TOPOLINO #3250
(PK, TOPIN MYSTERE E CIBOLA)
Se c'è un numero di Topolino che ogni appassionato di Fumetto non dovrebbe mancare è questo 3250.
Quale che sia il vostro stile e genere preferito, in questo albetto c'è davvero quello che si definisce "per tutti i gusti".
Ma andiamo con ordine, partendo dal "biondo" in copertina:
Non è certo la prima volta che la Bonelli ed i suoi eroi invadono le pagine di Topolino. Tex, Dylan Dog e Nathan Never hanno già avuto questo onore (tre storie che trovate ora ristampate in versione deluxe da libreria).
Ma a differenza di questi precedenti, Casty decide di non usare la nobile arte della parodia, quanto quella della trasposizione.Con quel suo stile di scrittura, così come quello di disegno, pulito, diretto, "fisico" nel modo in cui fa recitare i personaggi e sopratutto amante dell'Avventura, quella classica.
Un incontro quindi assolutamente felice, con quello che, in questo senso, è l'eroe più rappresentativo in Bonelli, ovvero Martin Mystère.
Come da lui stesso dichiarato nell'intervista che accompagna questa prima parte della storia, questa "Orobomis e la città che cammina" potrebbe benissimo funzionare, con le dovute variazioni ovvio, come avventura dello stesso Martin e nessuno ne avrebbe da ridire.
Naturalmente, Casty non disdegna il divertimento di un sano gioco di parole e del meccanismo del malinteso, così come vedere Topolino con quei capelli biondi è davvero uno spasso.
Non faccio troppo spoiler, se dico che "Dinni Friulan", al posto della canonica "Diana Lombard" mi ha strappato un sopracciglio inarcato sì, ma con il sorriso ilare sulle labbra!
Ma in questo numero c'è anche un'altra "prima parte" ed è quella de "L'Orizzonte degli Eventi", la nuova storia di PK realizzata da Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio.
E se con Topin Mystère eravamo dalle parti del fumetto popolare italiano, con PK andiamo invece sulle vette vertiginose dei comics americani, quelli capaci di grandi scenografie, sequenze d'impatto e colpi di scena ogni tre pagine per due.
Pastrovicchio porta il suo stile di disegno ad un livello successivo di eccellenza, e non lo dico per sola iperbole.
Basti guardare pag. 12-13 oppure la scena d'azione di pag. 26-30, con quella creatura che pare uscita di petto da un incubo!
PK dimostra ancora una volta di essere l'eccezione alla sin troppo abusata regola, decisa chissà da chi, che quelli Disney "siano solo fumetti per ragazzini".
Merito anche di un sempre ispirato Artibani alla sceneggiatura, maestro sopratutto nel rendere efficare la figura di questo Paperino che sa essere, per dialoghi e forza, sempre qualcosa di più che il "semplice" sfaticato papero che ronfa sull'amaca.
Ovviamente, senza dimenticare il lato leggero che ogni tanto fa ben capolino, e difatti, sin d'ora, sono curioso di sapere quale sarà la sorte del coccodrillo nel bagno.. no, non scherzo!
Arriviamo quindi alla terza storia e al terzo stile di fumetto.
Il fumetto classico, quello che ha fatto Storia.
In particolar modo, quello Barksiano.
"Zio Paperone e le Sette Sabbie di Cibola" è un "sequel-remake" di una delle più famose storie realizzate da Carl Barks, ovvero "Zio Paperone e le Sette Città di Cibola".
Il perché della definizione "sequel-remake" lascio che siate voi a scoprirlo leggendo il fumetto.
Quello che mi preme far notare del lavoro di Vito Stabile (testi) e Nicola Tosolini (matite) è l'aver saputo rimanere saldi nel non cadere vittima del semplice rifacimento fotocopia, ma anzi creando qualcosa che vive e respira di vita propria.
Non mancano certo le strizzatine d'occhio, Barks addirittura appare in una piccolo cameo, ma sono leggere, quasi ben nascoste e non troverete mai sequenze riproposte pedissequamente ma sempre rielaborate in modo inedito.
Il disegno si rifà a Barks nell'atmosfera ma non nello stile, che rimane quello personale di Tosolini.
Senza dimenticare che, oltre a Barks, in queste "Sette Sabbie" c'è anche un pizzico di Rodolfo Cimino, a testimonianza del grande amore per i Paperi Disney dimostrato da Stabile.
Insomma, una classica avventura dei Paperi, capace di far felici sia gli estimatori del passato che i lettori del presente.
Un numero davvero ricco, questo.
Non a caso presentato in ben tre variant cover da collezione, come vi ho anticipato qualche giorno fa.
Date retta al Nerdastro, questa settimana vale davvero la pena fare un salto in edicola e ritrovare una volta di più un vecchio amico di tutti noi!

Topolino 3250, con "Topin Mystère" di Casty, "PK: L'Orizzonte degli Eventi" di Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio, "Zio Paperone e le Sette Sabbie di Cibola" di Vito Stabile e Nicola Tosolini. Edito da Panini Comics

4HOODS #1
Rimango in tema "fumetti per ragazzi" (che poi 'sta cosa dell'età anagrafica applicata alle letture che uno può o dovrebbe fare l'ho sempre trovata un pochino capziosa), e vi parlo del primo numero della nuova testata "Young" della Bonelli, 4Hoods.
Primo numero che ho trovato divertente, di ottimo livello grafico e di scrittura, degno della dicitura "adatto ai giovani ma che sa strizzare l'occhio anche ai grandi".
Appartenendo di peso alla seconda categoria, la prima cosa che subito mi è balzata agli occhi è l'estremo amore per il Fantasy degli autori, in particolar modo per le dinamiche del GDR.
Tutto, infatti, durante la lettura, mi ha fatto pensare di assistere ad una sessione di un D&D tra amici, con guerrieri, maghi, ladri, principesse, orchi, troll e dungeon da affrontare.
Spassosa, sardonica e sarcastica, tra battute e frecciatine, con quelle citazioni che inevitabilmente, quando si parla tra appassionati, finiscono per saltare fuori ad insaporire i dialoghi (da Marveliano ho amato quella di pagina 32).
Quei 4 omini stilizzati simil pedine di gioco, ognuno immediatamente riconoscibile per carattere e colore, gli sfondi dettagliati e pittorici (e qui faccio sin d'ora i complimenti ai coloristi Annalisa Leoni e Gabriele Bagnoli) in netto contrasto con quelle figurine, che cercano con il lettore un chiaro processo d'immedesimazione, come quando si gioca e ci si cala anima e cuore nell'avventura, ma rimanendo distaccati dallo sfondo di quel mondo fantastico, cornice perfetta e non modificabile.
E come in un (video)gioco, ecco, nei momenti salienti, quando sullo schermo appare il filmato d'intermezzo e assistiamo a qualcosa di graficamente superbo, che i nostri eroi si trasformano, diventano parte di quella perfezione e si mostrano in tutto il loro eroico splendore.
In questo senso, con quei continui cambi di registro, penso che l'esempio migliore sia la sequenza delle pagine 61-63.
Come per "Dragonero Adventures" anche qui ci troviamo di fronte ad un progetto pensato, ragionato, ripensato e rivisto sino a raggiungere una bella quadratura del cerchio, portando in edicola un prodotto forte, degno di attenzione e successo.
Non vi è nulla di tirato via, sinora, nelle produzioni Bonelli Young, che uniscono professionalità e talento alla volontà di esplorare nuove strade e nuove corde per la casa editrice di Via Buonarroti, senza dimenticare il principio primo dell'Avventura.
Insomma, complimenti a tutti: al creatore/sceneggiatore Roberto Recchioni, al curatore/disegnatore Riccardo Torti, allo sceneggiatore/disegnatore Federico Rossi Edrighi (che realizza una bella sequenza all'interno della prima parte - anche qui allo scopo di creare uno "stacco" significativo del linguaggio di questo fumetto) e ai già citati coloristi Leoni e Bagnoli.
Un "dream team", come ho già avuto modo di definirli, che mi porta ad attendere molto volentieri il secondo numero.
Sino ad allora, un solo grido: "All'Avventura!".
Il Castello di Ghiaccio. Realizzato da Federico Rossi Edrighi, Riccardo Torti, Roberto Recchioni, Annalisa Leoni e Gabriele Bagnoli. Edito da Sergio Bonelli Editore

DRAGONERO #58
(L'ORA PIU' BUIA)
Ogni guerra di fantasia ha le sue vittime eccellenti.
Ogni scontro della portata del conflitto contro le Regine Nere pretende per l'Eroe, o gli Eroi, di affrontare un dolore che scava dentro l'anima, che logora lo spirito e il cuore.
Ben lo sa Stefano Vietti, che una volta di più ci trascina dentro lo scontro feroce, senza esclusione di colpi e violenza, della battaglia e della lotta armata.
Ma in mezzo a tanto sangue e morte, c'è ancora tempo per sospirare la parola "amico" e per chiedersi quale sia la cosa giusta da fare, se rimanere fermi e aspettare, oppure gettarsi a capofitto nel combattimento, stringendo nuove alleanze.
Dopo il colpo di scena del numero precedente, Vietti ci consegna un incipit al fulmicotone, ma quello che più colpisce di questo "L'Ora Più Buia" è il sentimento.
Il sentimento di Sera nei confronti del suo popolo, del suo ruolo come protettrice della Natura, come amica e fedele sodale.
Pagine d'introspezione che, incredibilmente, non spezzano ma accrescono la tensione drammatica, in quello che è un numero estremamente doloroso per il nostro Ian.
Lungi da me rivelare nulla, ma questo albo, con quelle pagine mute sul finale e quell'addio che mai il nostro eroe avrebbe voluto pronunciare, danno una bella scossa e una bella quantità di idee su cosa questa guerra potrà ancora costare in termini umani e non al protagonista di testata.
Certo anche che il valido gruppo di lavoro dietro "Dragonero" saprà ribaltare le carte in tavola ancora una volta.
Due parole, ovviamente, non possono mancare per il disegnatore di questo numero, un Francesco Rizzato in formissima, padrone dello storytelling e capace di fornire una prova valida ed intensa, quando serve.
Alcune soluzioni di chiaro scuro sono a dir poco perfette, così come l'uso di un dettaglio davvero spettacolare.
Dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, che anche se il respiro di questa saga è cinematografico, ciò che è possibile realizzare con talento e fantasia su carta, nessuna pellicola hollywoodiana potrà mai davvero batterlo!
Siamo solo alla terza tappa, la fine della guerra è ancora lontana. Diverso è il passo, uguale è il cuore.
L'Ora Più Buia. Scritto da Stefano Vietti e disegnato da Francesco Rizzato. Edito da Sergio Bonelli Editore.


ASH VS. EVIL DEAD (STAGIONE 3 EPISODI 1/3)

S03E01
Come promesso sulla pagina, inizia qui il nostro viaggio con Ash Williams e la terza stagione di quel meraviglioso gioiello che è "Ash vs. Evil Dead".
Una terza stagione che parte davvero bene, come sempre sull'onda della follia, del buon cattivo gusto e dell'orrore più gore, splatter e demenziale che abbia sinora calcato il piccolo schermo.
Ma, al pari delle scorse stagioni, dosando con perizia il piede sull'acceleratore, quindi sì, vedrete cose come una decapitazione con un piatto di batteria oppure una mascotte scolastica indemoniata, ma al tempo stesso, lo sapete meglio di me se seguite la serie, siamo stati abituati a ben di peggio.
Un peggio che non vediamo l'ora che arrivi, certi di trovarlo sul nostro cammino, puntata dopo puntata.
Naturalmente, la trama è come sempre pretesto per innescare la lotta, ormai senza esclusione di scampo e colpi, tra Ash (unica seconda pelle di Bruce Campbell) e il Male, che non smette neanche per un secondo di mietere vittime.
"Ma come", giusta obiezione, "non era stato sconfitto nel finale della stagione precedente?"
See, certo come no.. E Ash è un pastore mormone!
Basta poco, non spoilero come, e siamo nuovamente in pista.
Insieme ad Ash, ancora una volta, Pablo, sempre più sulla via del brujo, e Kelly, sempre più bellissima badass.
Ma la vera novità viene dal passato di Ash, un passato avvolto nei fumi dell'alcool, e da una fatale notte davanti ad un officiante di matrimoni...
Bocca mia, ho già detto sin troppo, e almeno per ora, lasciamo che lo spoiler aleggi su di noi, anche perché sicuramente quello interpretato dalla giovane Arielle Carver-O'Neill sarà un personaggio chiave lungo questi dieci nuovi episodi.


S03E02
"E tu partorirai con dolore".
Penso non esista frase migliore per commentare l'incipit di questa seconda puntata.
Il piano di Ruby (una sempre fantastica Lucy Lawless) per eliminare Ash si fa via via più.. complicato, diciamo.
Entrare nel merito sarebbe peccare di spoiler, ma posso dire che ancora una volta il Male sceglie la via più assurda per colpire.
Come nell'ennesima scena cult, quella che, non negatelo, era il punto più weird dei trailer di questa nuova stagione.
Esatto, l'attacco alla banca del seme.
E se pensavate che "Ted 2" avesse fatto scuola in questo senso, state pronti a vedere il gradino successivo di memorabilità.
Complice una rivista per adulti "indemoniata", questa scena rappresenta una volta di più come questa serie sappia coniugare l'eccesso con un incanto di demenziale bellezza.
E' un equilibrio sottile, che a prima vista, porterebbe a pensare che il tutto sia solo goliardia un tanto al chilo, ma in realtà, sapendo dove guardare, si nota che si calca il freno, sempre un attimo prima di esagerare.
Merito anche di un Bruce Campbell, a cui tocca continuamente fare i complimenti per come si mette totalmente al servizio del personaggio e della follia dei realizzatori, quasi come fosse la cosa più naturale del mondo.
Per quanto riguarda la trama, comunque, urge necessariamente far notare che il ruolo della new entry Dalton avrà un'importanza da non sottovalutare.
Ancora solo qualche frase in sospeso, ma ho ragione di credere che giocherà un ruolo fondamentale in questa terza stagione.
Stay Slashy!


S03E03
Devo ammetterlo, anche quando sembra che non ci sia nulla da dire, i creativi dietro "Ash vs. Evil Dead" trovano sempre quel guizzo per riuscire, se non a sorprendermi, almeno a fregarmi.
Un episodio, questo terzo, che si toglie subito il dente della scena "esagerata", mostrandoci all'inizio un funerale decisamente movimentato per il povero Ash (e sempre con ottimi effetti comico-gore).
Proseguendo poi con quello che è il piano di Ruby contro il nostro eroe, decisa a colpirlo sul vivo dove fa più male, ovvero gli affetti familiari.
Sono piccolezze gettate qui e lì nel corso delle precedenti stagioni, ma stavolta con l'entrata in gioco della figlia del nostro, questo tema inizia davvero a farsi pressante.
La puntata comunque scivola via abbastanza indolore, dando però il la verso qualcosa di via via più complesso, vedremo.
E dopo il colpo di coda a fine episodio, mi astengo dal fare altre previsioni di sorta. Perché come ho detto, la fregatura (leggi: il twist inaspettato) è sempre dietro l'angolo con questa serie!

Ash vs. Evil Dead - Stagione 3. Creato da Sam Raimi, Ivan Raimi e Tom Spezialy. Con Bruce Campbell e Lucy Lawless. Distribuito in Italia su Infinity TV.



VAMPIRONICA #1
Finalmente, Vampironica!
Greg e Meg Smallwood mantengono quello che ci si aspettava di trovare in questo nuovo titolo Archie Comics.
Essenzialmente, un bel "What If" di Betty & Veronica, ma con i vampiri, disegnato in stato di grazia.
La storia è qui al suo prologo, si parte con un piccolo incipit horror in piscina per poi ritornare a tre giorni prima, dove scopriamo come Veronica sia diventata una vampira.
Se la sceneggiatura è al momento improntata a dare corpo a molti topos del genere, mischiandoli ai volti di Riverdale, e senza lesinare al lettore colpi bassi sin da subito, la parte del leone la fa la componente grafica, con Greg Smallwood, da sempre artista di cristallino talento, che qui da il suo meglio, facendo trasparire quanto tenga a questo progetto.
Le tavole hanno carattere, stile e il modo in cui fa recitare i personaggi, sopratutto nelle espressioni dei volti, dimostra padronanza nello storytelling, e in questo tipo di fumetti è decisamente quello che non può essere sbagliato.
Un primo numero che ho divorato, e non vedo l'ora di continuare a leggere di Veroni.. ops, Vampironica!
Vampironica, scritto da Greg Smallwood e Meg Smallwood. Disegnato da Greg Smallwood. Edito da Archie Comics


BLOODBORNE: THE DEATH OF SLEEP #1
Letto il primo numero del fumetto di Bloodborne.
E se c'è una cosa che balza subito agli occhi è che Aleš Kot è decisamente un appassionato accanito del gioco originale.
Basti vedere la prima parte di questo albo d'esordio.
Narrativamente funziona a sé, certamente, ma ad un certo punto risulta chiaro che l'autore ha voluto far partire quest'avventura omaggiando a fumetti quello che in più di una occasione tutti noi fruitori del titolo FromSoftware ci siamo ritrovati ad affrontare.
Praticamente un assaggio di gameplay sotto forma di comic book, nel quale però vengono innestati i semi futuri per quella che si prospetta già come una bella costola, dove tutti gli affascinanti elementi che hanno reso "Bloodborne" un successo verranno amalgamati per creare qualcosa di relativamente nuovo che non sfiguri accanto all'originale videoludico.
Alle matite un Piotr Kowalski che realizza un buon lavoro d'ambientazione, alternando tavole di grande impatto ad altre dai dettagli più sfumati, non nascondendo Mignola tra i suoi numi tutelari. Di sicuro non ha mancato di studiare gli artbook, riportando il più possibile fedelmente l'iconografia del gioco, soprattutto per quanto riguarda il protagonista e la sua figura.
Siamo sinceri, queste opere "tratte da" solitamente lasciano il tempo che trovano non risultando interessanti oppure sin troppo legate all'opera di cui sono derivazione per avere vita propria.
Questo però non pare il caso di "Bloodborne - The Death of Sleep". Ai prossimi numeri averne conferma o smentita.
Bloodborne - The Death of Sleep. Scritto da Aleš Kot e disegnato da Piotr Kowalski. Edito da Titan Comics e basato sul gioco omonimo della FromSoftware.


Anche per stavolta è tutto. Appuntamento al prossimo"Best Of"!
Se poi volete essere sempre aggiornati sulle novità del mondo Nerd e leggere le #ReceVeloce in presa diretta, non avete che da andare su:

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Vi aspetto!!


Commenti

  1. Ammazza quante recensioni!
    Sull'albo di Eva hai ragione, un buon numero ma con una situazione liquidata velocemente. Però va bene anche così.
    Mi incuriosisce l'episodio muto di X-Files. Una domanda: ci sarà un'altra stagione? Sapevo che la Anderson non voleva più prender parte alla serie.

    Moz-

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    1. Questa voce era giunta anche a me, ma Duchovny ha detto che, prima di fare qualsiasi illazione in merito, era bene attendere il finale di stagione, che andrà in onda questa settimana negli States (e tra un paio di settimane da noi su Sky). Quindi diciamo che i giochi al momento sono ancora aperti!

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    2. Oddio... mica Dana muore? :o

      Moz-

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    3. Fammi sapere... senza spoiler XD

      Moz-

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  2. Ciao, volevo annunciare a te e ai tuoi lettori che ieri è uscita la mia nuova raccolta poetica in formato eBook per Kindle: “Poesie SottoSopra”. Sarà possibile scaricarla gratuitamente solo fino a Giovedì http://www.numerozerocomics.com/2018/03/scarica-gratis-il-mio-nuovo-ebook.html

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