#ReceVeloce - The Best Of (04/12 - 11/12 2017)



Rieccoci ad un nuovo appuntamento con il meglio della settimana di #ReceVeloce, la rubrica a cadenza random che trovate sui profili social de "Il Nerdastro" (link come sempre in fondo alla pagina). Appuntamento ricco, in maniera sfaccettata questa settimana. 
Film, telefilm e gli immancabili fumetti.
Direi che l'immagine in apertura parla da sola, perciò diamo il via a questo "Best Of" con:


DIABOLIK #850
(SULLE TRACCE DI EVA)
Doppio traguardo, in questo finale di 2017, per Diabolik.
Il mese scorso abbiamo festeggiato il 55° compleanno del Re del Terrore, oggi ci apprestiamo a congratularci per la ragguardevole cifra di 850 appuntamenti in edicola, sempre nel segno del "Giallo a fumetti".
Una cifra sicuramente importante, che questo albo si prefigge di festeggiare. Ma sarà stato all'altezza?
Diciamo di sì, ma con una certa riserva.
La trama è semplice e lineare, per certi versi: Diabolik ed Eva, in vacanza nei Mari del Sud, subiscono un'aggressione sulla loro imbarcazione da parte di alcuni pirati locali.
Nello scontro che ne consegue, i Nostri sono costretti a separarsi. Diabolik finisce nelle mani dei pirati e dovrà giocare d'astuzia per liberarsi dalle loro grinfie e ritrovare la sua amata Eva. Il plot è, essenzialmente, tutto qui.
Lo sviluppo della storia è orizzontale, non si concede, a parte il piccolo prologo flash forward, troppe digressioni di fondo.
Una lettura che procede spedita e con un ritmo sempre costante, sino all'ovvio finale.
Non l'ho trovato necessariamente un male, anzi.
Diciamo che, nel novero di storie diabolike, questa appartiene al filone avventuroso del Nostro, che solitamente vede, come in questo caso, un'ambientazione estera.
Ciò che la rende un buon albo è la caratterizzazione azzeccata dei personaggi principali.
Diabolik, calcolatore, vero maestro nel mascherare la preoccupazione per Eva ed utilizzare il sangue freddo necessario per riuscire ad imbastire una seppur minima strategia. Eva, affascinante e furba, che non si lascia abbattere facilmente dagli eventi, pronta a tutto per tornare dal suo Lui.
I pirati della storia, seppur tutti abbastanza anonimi e creati con lo stampino, hanno quel giusto guizzo di cattiveria, il loro boss in primis, che lo rende oggetto della vendetta finale del Nostro.
Una storia che nasce da un soggetto scritto, tra gli altri, da Patricia Martinelli e in qualche modo l'influenza di questa storica sceneggiatrice di Diabolik (nonché direttrice editoriale della testata negli anni '90) si avverte.
Ciò che però mi ha fatto esprimere l'iniziale riserva sono i disegni di Matteo Buffagni, che per quanti progressi stia dimostrando sia come copertinista che come disegnatore di intere storie, come in questo albo, ha ancora da affinare il suo tratto, sopratutto nelle fisionomie dei volti.
In ogni caso, un episodio numero 850 promosso.
Voto 8-
Sulle tracce di Eva: Scritto da Andrea Pasini e disegnato da Matteo Buffagni.
Edito da Astorina


ZAGOR #629
(GUERRA DI SPIE)
Prosegue con "Guerra di Spie" la storia che vede il ritorno di Smirnoff sulle pagine dello Spirito con la Scure.
Un albo che ben sviluppa la trama iniziata nel numero scorso e che si distingue per due motivi ben precisi, ma al tempo stesso paralleli, entrambi dovuti all'estro da scrittore di Luigi Mignacco, decisamente ispirato.
Uno è la lunga sequenza d'azione con cui si apre il numero e che prosegue sin quasi a metà dello stesso.
Un domino incalzante, con gli uomini del colonnello che cadono ad uno ad uno come tessere, con Zagor autentico signore e padrone della palude.
Da vecchio lettore zagoriano, un momento che ho particolarmente amato, in cui il Nostro emerge in tutta la sua granitica forza e che mi ha ricordato molte scene simili delle più classiche storie del personaggio.
Il secondo è invece, e qui mi lego all'ultima frase, il cipiglio citazionista di Mignacco, che, con un sublime colpo di genio, si ricollega a personaggi e situazioni ben note ai lettori storici di Zagor, dimostrando di aver decisamente fatto i compiti!
Un eccellente trovata, che mi ha particolarmente colpito, e che a questo punto, porta molto in alto l'asticella per il numero in edicola il prossimo mese.
In questo senso, il colpo di scena finale è un vero epic win!
Il tutto, senza dimenticare, di glorificare le tavole di Walter Venturi, che da assolutamente il meglio di sé sia nella citata sequenza, ad alta tensione, nella palude, sia nella gag con Cico al trading post, di tutt'altro registro.
Voto 8
Guerra di Spie: scritto da Luigi Mignacco e disegnato da Walter Venturi.
Edito da Sergio Bonelli Editore


DUNKIRK
"Dunkirk" rende chiaro un concetto, una volta di più: Christopher Nolan è un grande narratore, prima ancora che un regista. Solo che il suo mezzo non è la penna, ma il Cinema.
Al contrario di quello che sostengono certi critici, mossi solo da un onanistico bisogno di ascoltare il suono della propria voce e di ricevere un costante, irrisolto plauso per questo loro atteggiarsi ad emeriti bastian contrari, sia mai che la massa possa aver intuito una qualche verità, non è una questione di logica, dicevo, oppure di fili che vanno annodati.
Che, a ben cercare, "The Prestige" o "Interstellar" possano contenere delle discrepanze, sono dettagli che non contano.
Dico sul serio: a che pro cercare questa precisione?
Al solo scopo di dimostrare ancora una volta che il saggio guarda il cielo, lo stolto guarda il dito.
Prendete, appunto, "Dunkirk: il punto non è la morale di fondo, non è capire quanta retorica ci sia nelle pieghe dei dialoghi e dell'episodio bellico presentato.
Il punto è che per 100 minuti ci viene raccontata una storia di guerra, feroce, viscerale, di sopravvivenza.
Non ci sono joystick da masturbare in trincee virtuali in questo film, ci sono persone, che ci vengono presentate con pochi semplici tratti (nel caso di Tom Hardy praticamente solo due occhi dietro una maschera), che sono mosse da motivazioni personali, che sia riscatto, che sia dovere od onore oppure portare a casa la pelle, perché prima di tutto il valore, le medaglie e di ogni impegno patriottico c'è solo la vigliacca, forse, ma tremendamente umana, volontà di sopravvivere. Ecco, questa è l'unica retorica che il racconto necessariamente presenta, e sfido chiunque a dargli torto.
I personaggi sono tremendamente umani, Nolan ce lo ripete con un ritmo costante, tirando fuori con la forza il meglio da ogni attore, a scandire il tutto una musica fatta di suoni non solo armonici, ma anche di motori in volo, di navi che avanzano sull'acqua, di grida di paura e morte.
Nolan sfrutta il Cinema per dire tanto, a tratti senza il bisogno delle parole, ci sono lunghe sequenze mute, che appaiono come metaforiche didascalie su un libro.
Si avanza, sulle spiagge ricoperte di spuma, si cerca di stringere i denti, senza dimenticare nessuno, per quanto difficile possa essere sperare di vedere una nuova alba e tornare a casa dai propri cari.
In Dunkirk c'è il Cinema nella sua accezione più pura, quella che molti dimenticano: narrare.
Il Cinema è prima di tutto narrazione, il Cinema è un mezzo per raggiungere un fine, che è lo spettatore.
Il Cinema è una malia che Nolan ha il talento puro di saper maneggiare.
Forse non tutti i dettagli storici collimano, e quindi?
Ancora una volta ve lo chiedo: a che pro?
Purtroppo di "Dunkirk", inteso come bel film, non tutti i giorni ce ne vengono regalati. Ed è un peccato ed anche un bene.
Perché così possiamo rendere onore ai Christopher Nolan e alla loro artigianale arte di raccontare per immagini e di saperlo fare meglio di altri, cosiddetti, "mestieranti".
Voto 10 magna cum laude!
Dunkirk: un film di Christopher Nolan, con Tom Hardy, Kenneth Branagh, Harry Styles


TOPOLINO #3237
(LA NUOVA STORIA E GLORIA DELLA DINASTIA DEI PAPERI - CAPITOLO 6)
Se avete letto le mie precedenti #ReceVeloce su questa saga Paperonica, saprete che il mio giudizio è stato positivo.
In alcuni capitoli si è volutamente calcato molto il pedale sullo scontro sempiterno tra Paperone e Rockerduck, ma si è anche parlato di futuro e sostenibilità, sempre nel segno del divertimento targato Disney, con anche una guest d'eccezione.
Per il finale Alessandro Sisti decide però che, come per il prologo, sia la trama principale a dover trovare il suo giusto compimento, una quadratura del cerchio in cui tutti gli indizi trovano il loro posto.
Dimostrando l'enorme potenziale del racconto imbastito lungo queste cinque settimane, che qui porta ad una risoluzione pratica, senza tentennamenti di sorta da parte di Paperone, sempre con un asso nella manica da sferrare.
Poco importa del continuum spazio-tempo al vegliardo, lui agisce e ottiene sempre qualcosa, come dimostra anche questa saga, dove "Il nostro Zio Paperone è il più Paperone di tutti.. passati.. presenti.. e futuri!" (cit.).
Il prossimo 15 dicembre il Nostro compirà 70 anni e quella imbastita da Sisti e Sciarrone è a tutti gli effetti una celebrazione del carattere indomito e visionario del vecchio Scrooge, ad oggi ancora uno dei miei personaggi preferiti di tutta la banda papera.
A proposito di Claudio Sciarrone, negli scorsi appuntamenti dissi che, se questa saga verrà ristampata in volume, sarà anche sopratutto merito delle sue mirabolanti tavole.
Questo capitolo 6 della "Nuova Storia e Gloria" non fa assolutamente eccezione: basti solo pensare alla soluzione visiva della nave-squalo spaziale dei Bassotti.
Visionaria e d'impatto, vedere per credere.
Voto 9 (sia al capitolo finale che alla saga in generale)
Piccola nota a margine su questo Topo #3237: rimanendo in tema paperi, il ritorno di "Fantomius", con la riunione dei grandi detective, è un vero piacere di lettura, meritevole come mai degli onori della copertina, mentre l'episodio di "Ducktales", per quanto molto piacevole, rimane sempre sulla stessa lunghezza d'onda cartoon dei precedenti. A questo giro i disegni "uniformati alla linea" sono di Paolo Campinoti e Andrea Greppi.
Mentre per quanto riguarda Paperone, non posso certo esimermi dall'ammirazione sempiterna per il Maestro Giorgio Cavazzano, autore dell'ultima storia del numero, "Zio Paperone e l'indimenticabile città perduta", con il Nostro e i tre nipotini (stranamente senza Paperino al seguito) in un'avventura nella Giungla Amazzonica, che si permette anche l'apparizione eccellente di CuordiPietra Famedoro, nemico che mi piace sempre incontrare nelle storie di Zio Paperone.
Ancora una volta il lavoro di Cavazzano colpisce nel segno, un gioiello da incorniciare grazie al suo tratto altamente iconico.
In risposta a chi dice che il Topo non raccoglie intorno a sé alcune delle migliori eccellenze del Fumetto Italiano!
Tzé e Pfui a voi!
La Nuova Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi: scritto da Alessandro Sisti e disegnato da Claudio Sciarrone. Edito da Panini Comics


RUNAWAYS – STAGIONE 1 (PUNTATE 1-5)
Arrivato alla quinta puntata, voglio esprimere un primo parere sui "Runaways" della TV, la nuova serie tratta dai fumetti Marvel.

Quando Brian K. Vaughan, creatore del fumetto originale (nonché uno degli sceneggiatori cardine di "Lost"), scrisse sui social che quello che ci saremmo trovati di fronte sarebbe stato inaspettato anche per i lettori storici dei "Runaways", pensai alla solita sparata di un autore che promoziona un'opera tratta da un suo lavoro (sapete meglio di me quante volte capita).
Ma devo dargliene atto: aveva ragione!
Nonostante ben conoscessi il fumetto, la trama prende da subito una piega totalmente autonoma, che si concede collegamenti e citazioni, certo, ma essenzialmente procede secondo binari inediti e quindi carichi di un nuovo orizzonte degli eventi che mi ha decisamente colpito.
La natura e la logica dietro questa scelta sta tutta nel diverso approccio, che necessariamente va adottato in un passaggio dalla carta alla TV, e nel diverso contesto temporale e culturale intercorso in questi 14 anni, dalla prima pubblicazione del fumetto alla prima messa in onda televisiva.
Se a leggere le prime storie dei Runaways erano i ragazzi di fine anni '90, il pubblico a cui si rivolge questa serie TV è principalmente quello dei Millennials, ossia di coloro che nel 2013 erano praticamente appena nati.
Cambiano i contesti sociali e temporali, si cerca una nuova via per raccontare le storie di questi adolescenti con superpoteri e della loro giovanile ribellione ai genitori (dopo aver scoperto che dietro le facciate rispettabili si nascondono in realtà dei pericolosi criminali), una via che risponda al gusto odierno del pubblico, ben conscio di voler vedere qualcosa di più che un mero sfoggio di avveniristici effetti speciali.
Ma la domanda è: i personaggi, dalle pagine dei comics agli schermi televisivi sono cambiati anche loro?
La risposta è sfaccettata, ma riassumibile in un essenziale: Sì.
Se le scelte di casting sono eccellenti, è però abbastanza palese che le modifiche di cui sopra abbiano in qualche modo cambiato anche alcuni caratteri, al tempo stesso però rimanendo fedeli a quella che è la vera natura di base di ognuno di loro.
Alex è sempre il virtuale capobanda a cui si aggregano tutti gli altri, Nico la tipica adolescente complicata, e così via.
Forse l'unico che non subisce modifica alcuna è il Velociraptor.
Sì, avete letto bene: in questa storia, come nel fumetto, appare anche un Velociraptor.
I Runaways dei fumetti sono sempre stati qualcosa di più di un semplice "Super Ragazzi con Super Problemi".
La serie TV risponde alla stessa meccanica, creando però un prodotto inedito, sia nella forma che nel contenuto.
Al momento, a metà della corsa (la prima stagione consta di 10 puntate totali), il mio commento è molto positivo e mi sento di consigliarvi di dargli un'occhiata, se siete amanti del genere.
Vedremo comunque di riparlarne al season finale.
PS: per tutti i patiti di serie TV, vi farà piacere ritrovare in questo telefilm due volti molto noti e amati dagli appassionati.
Uno è quello di James Marsters, ovvero lo Spike che tanto filo da torcere diede a Buffy (e in più di un senso).
Il secondo è quello di Julian McMahon, ovvero il Dottor Troy della serie "Nip/Tuck", ruolo che l'ha fatto conoscere ai più.
Runaways, la serie TV Marvel/Hulu: con  Rhenzy Feliz, James Marsters, Lyrica Okano


DRAGONERO ADVENTURES #2
(NELLA TANA DEI GOBLIN)
Dopo il bel primo numero, altamente introduttivo a questa versione "Young" di Ian Aranill, eccoci entrare nel vivo con questo secondo albo di "Adventures".
Che qui presenta subito una importante differenza: anziché una storia unica lunga, due episodi separati, ben distinti.
Due episodi che sono importanti entrambi nella grammatica narrativa di Dragonero perché si divertono a giocare con il Mito del personaggio, strizzando volutamente l'occhio ai fan storici, mostrando due momenti che potremmo definire "iconici".
Naturalmente, di più non dirò per non rovinare la sorpresa.
Su questo Stefano Vietti, autore di entrambi, gioca sapientemente, sfruttando "Nella Tana dei Goblin" come viatico per mostrarci un eccellente episodio di "presa di coscienza" da parte del terzetto protagonista. Lo scontro contro i Goblin del titolo non è poi così emblematico, e non pretende di esserlo. Quello che conta per l'autore è darci qualche altro tassello chiave riguardo la sottotrama del Burattinaio e sopratutto premere un po' il pedale dell'ironia su questi primi rudimentali eroismi dei tre ragazzi.
Esemplari a tal senso, e bellissime, le tre tavole mute di pag. 21-23 con i tre che si allenano, che Antonella Platano, esaltata dal colore, dipinge con la stessa naturalezza plastica che avrebbero se fossero la sequenza di un film anziché di un fumetto.
"L'addestramento di Ian", la seconda storia, è praticamente già riassunta dal titolo. Nonno Herion addestra il giovane Ian con un percorso ad ostacoli progettato dalla sorella Myrva. Il nostro eroe se la caverà giocando con la sua abilità e la sua innata fantasia di amante dell'avventura.
Il racconto che ne risulta è una piacevole appendice alla prima storia, che serve più che altro a stemperare ulteriormente.
Ciò nonostante, sia le matite di Vincenzo Riccardi (Ho adorato il modo in cui fa "recitare" i volti di Myrva e Gmor) che le ultime due pagine gli conferiscono un peso specifico da non sottovalutare nel giudizio finale su questo albo.

Un giudizio che è molto positivo, confermando le belle impressioni avute con il primo numero.
Una bella Avventura per ragazzi, che mi ricorda un certo modo molto intelligente di parlare ai giovani lettori attraverso le pagine di un Fumetto. Intelligente e mai sciocco.
Consigliatissimo, aspettando di vedere cosa saprà riservarci il prossimo numero. 
Voto 8
Nella Tana dei Goblin: scritto da Stefano Vietti per i disegni di Antonella Platano e Vincenzo Riccardi. Edito da Sergio Bonelli Editore


Per questo giro è tutto. Appuntamento alla prossima settimana con un nuovo "Best Of"!
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