RE-VISIONE: JOJO RABBIT


Amare Ridere Amaro.
È quello che rende JOJO RABBIT di Taika Waititi davvero uno splendido film, senza bisogno di gridare ad ogni costo al Capolavoro.
Semplice, no? Alle volte un bel film è solo un bel film.
E "Jojo Rabbit" lo è, di quelli da vedere e sopratutto fa quello che il regista si proponeva sin dall'inizio: mettere in scena una satira contro l'odio.
Lo fa con gli occhi di un bambino, portandoci nella Germania Nazista, dove anche le anime innocenti sentono il peso malsano dell'ideologia.
Certo, è un percorso in salita, perché l'argomento trattato, e oggi questo ha un valore aggiunto dato che è il Giorno della Memoria, non è di quelli che vanno esattamente a braccetto con l'Ironia.
Ma Waititi prende di mira i persecutori, non i perseguitati, e riesce tragicomicamente a farci sorridere del loro odio, delle loro credenze, dei loro terribili preconcetti e pregiudizi su quelli che altro non sono che altri esseri umani.
E poi l'Ironia ha in questo film un peso specifico sino ad un certo punto.
Perché il suo vero punto di contatto col pubblico se lo gioca con il cuore, con la caparbietà, con l'affrontare di testa la paura, da quale lato la si voglia guardare.
È un film che mette in scena dei rapporti intensi, che hanno tutti come punto fermo il nostro giovane protagonista.
Il suo rapporto con la madre, che lo cresce da sola e da sola cerca di fargli capire la bellezza del mondo, che il giocare al nazista nulla dovrebbe avere a che fare con gli altri giochi, quelli della sua età.

Il suo rapporto, comico e inquietante al contempo, con quell'ingombrante amico immaginario, quell'Adolf Hitler venerato con un Dio, e che qui diventa una macchietta che mangia unicorni per cena.
Il suo rapporto con Elsa, quella "cosa" ebrea nascosta nell'intercapedine del muro, che lo spaventa e lo affascina, che gli tiene testa, con quella graziosa, caparbia audacia tipica di un'adolescente, e che nasconde dentro di sé una paura enorme, indicibile.
Forse, anzi levatelo pure il forse, il personaggio migliore del film, insieme a quello di Sam Rockwell, che una nomination come Non Protagonista l'avrebbe meritata.
E magari non vi stupirà sentirmelo dire, ma anche quella di Scarlett Johansson è davvero meritata. Fare paragoni con "Marriage Story" è inutile, sono due film e due pesi interpretativi diversi, e anche qui l'ho amata nel ruolo, l'ho amata per come ha recitato le sue linee di dialogo e per quanto amore sa trasmettere al suo cucciolo, pronta a guardare negli occhi la tigre.
Ecco, il cast. Se c'è una cosa in cui Taika Waititi è indubbiamente bravo è sapersi scegliere gli attori, tutti bravissimi e tutti meritevoli di una menzione: dai piccoli Roman Griffin Davis e Archie Yates, dai già citati Rockwell e Johansson alla giovane promessa Thomasin McKenzie, ai comprimari eccellenti di Stephen Merchant, Alfie Allen e Rebel Wilson.

"Jojo Rabbit" ha varie facce, tutte altrettanto valide, tutte altrettanto efficaci, capaci di andare stranamente e meravigliosamente a braccetto.
Un po' favola, un po' commedia, un po' tutt'altro ancora.
Quasi certamente, agli Oscar, non porterà a casa nulla, altri film vinceranno per meriti artistici e cinefili ben diversi, più alti li potremmo definire, ma nei sentimenti del pubblico penso proprio che Jojo saprà ritagliarsi un grosso spazio, e per molto tempo.
Se ancora non l'avete fatto, andatelo a vedere e lasciatelo entrare nelle vostre discussioni, perché c'è solo una forza che supera l'Odio.
Ed è lì che il coniglio Jojo vince su tutti gli animali!


JOJO RABBIT
Scritto e Diretto da Taika Waititi
Con: Roman Griffin Davis, Taika Waititi, Archie Yates, Sam Rockwell, Scarlett Johansson, Thomasin McKenzie, Stephen Merchant, Alfie Allen e Rebel Wilson.

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