IL TRENTUNESIMO GIORNO

 


Corpi Leggeri e Anime Pesanti.

Ho cercato, sin dalle premesse, di approcciare IL TRENTUNESIMO GIORNO, l'ultimo libro di Dario Tonani, che trovate nel catalogo "Fantastica" di Oscar Mondadori, allontanandomi col pensiero dalla sua opera più nota, quella perla del genere Sci-Fi che è "Mondo9".

Nonostante in entrambi i titoli ci sia un numero, questo nuovo romanzo è quella che viene definita una "Eco-Distopia", in una Italia post-apocalittica, specchio di un insieme di eventi che coinvolge tutto il mondo: improvvisamente, un diluvio si abbatte sul pianeta, la pioggia non smette di cadere ovunque, mentre le nubi coprono costantemente il sole, ma dopo 31 giorni, eccole aprirsi, e stormi di cadaveri iniziano a salire verso il cielo.

Avete letto bene: i morti, umani e animali (tranne i gatti), sfidano la legge di gravità che li vorrebbe a marcire a terra, e volano verso l'alto. Nessuno sa spiegarsi il perché, e se la Scienza non ha risposte, molti le ricercano nell'insondabile, come i "Pellegrini delle Comete Morte".

E volendo usare un altro numero ancora, direi "2". Come i protagonisti della nostra storia, Evelyne e Alvaro. Lei, giovane ragazza che un tempo è stata la trapezista bambina di un circo itinerante, ereditato dal nonno, e che ora ha perso tutto, ritrovandosi in viaggio con solo la compagnia del fido scimpanzé Camise.

Lui, invece, un uomo a cui la vita ha già riservato sin troppi ganci destri e sinistri, e che ora, a bordo ring di quell'assurda situazione, non chiede altro che una seconda possibilità.

Ma per favore, non chiamateli "Ellie e Joel", se capite che intendo: il rapporto che lega i due appare chiaro, sin da subito, essere completamente diverso, qualcosa destinato a crescere in modi nuovi per entrambi, in nome di un sentimento che inizia a balenare, forse l'unico capace di essere come quel sole che adesso squarcia un cielo un tempo plumbeo.

Perché una volta che la pioggia lascia il posto a ben altro mistero, bisogna tirare giù quei cadaveri dal cielo, usando ogni mezzo ed organizzandosi. Come fanno i Zavorranti, una sorta di gruppo scelto di "spazzini", che si occupano, con una struttura che sa di militare, di questo improbo compito, e che per Evelyne e Alvaro saranno una tappa fondamentale di un lungo viaggio.

C'è, in realtà, un elemento che accomuna "Mondo9" e "Il Trentunesimo Giorno", e che contraddistingue tutta la produzione dell'autore: la sua capacità nello scrivere, diretto, senza eccessivi orpelli narrativi, permettendo di tenere il ritmo della storia sempre alto, sempre costante, impedendo al lettore di lasciare andare il libro, a meno di non dover per cause di forza maggiore. E questo nonostante il romanzo, ad un certo punto, diventi a "più voci", quando, alle vicissitudini principali di Evelyne e Alvaro, innesta, tra un capitolo e l'altro, questi brevi e veloci "racconti nel racconto", ambientati ai quattro angoli del globo, come a volerci mostrare cos'altro accade, come si sta sviluppando la cosa oltre i confini dello Stivale. E prestate bene attenzione a quello d'apertura, perché in quella straniante (visto il contesto generale) immagine poetica sta un trucco che ho apprezzato.

Il contesto è costruito con pennellate giuste, senza sbavature, coerente con quello che ci si potrebbe aspettare in una situazione di questo tipo, ed è interessante, nascosto dallo scenario di fantasia, quanto tempo presente Tonani riesca ad incanalare, quanta Umanità riesca ad imprimere alle pagine, mentre i cadaveri volano sopra le nostre teste.

È proprio la delicatezza con cui conferisce forza ai personaggi, a lasciare un segno, a far sì che, quando le botte al cuore e alla bocca dello stomaco arrivano, facciano più male (come nello scoprire l'orribile trauma che ha segnato il passato di Evelyne): lo scrittore non indugia, non cede mai il fianco alla soluzione prepotente, quella che pretende che l'incredulità rimanga sospesa.

Ci sono già sin troppi morti in quella situazione, perciò che almeno il racconto rimanga, per quanto possibile, coi piedi per terra, ma non per questo incapace di piacevoli sorprese, di quelle che qualcuno chiamerebbe "colpi di scena".

Una lettura che consiglio, se anche a voi la parola "Distopia" dà un piacevole brivido, all'idea che qualcosa d'incredbile soverchi tutto ciò che conosciamo, restituendoci un mondo diverso, dove noi possiamo provare ad essere diversi.

O forse, all'alba del Trentunesimo Giorno, scoprire chi siamo sempre stati!



TROVATE IL NERDASTRO SU:

FACEBOOK, TWITTER, INSTAGRAM

Post più popolari