SO COSA HAI FATTO (2025)
Hooked. On A Feeling.
Che è la Nostalgia, quella canaglia, quella assassina, quella che ti piglia stretto al cuore perchè ti riporta indietro ad un tempo in cui sapevi essere felice e manco lo sapevi, ma forse è solo un principio di infarto da vecchiaia e meno male che sei seduto sulla poltrona di un cinema.
Però no, non sono qui a dipingervi il nuovo SO COSA HAI FATTO come chissà quale evento Slasher da non perdere, solo perché c'ero quando è uscito il primo al cinema e nella cameretta di adolescente avevo la locandina appesa al muro - colpa della bellezza di Jennifer Love Hewitt e Sarah Michelle Gellar, più che di quella del film.
Al tempo stesso, non voglio neanche fare lo Scrooge da "Ai miei tempi, il Fisherman era meglio" perchè nella rinfusa, tra un momento sciocco ("Coccole!") e questa ossessione per il Woodunit (prestando attenzione, proprio come fosse un giallo, potreste indovinare l'assassino alla seconda vittima), Jennifer Kaytin Robinson azzecca alcune cose che meritano davvero e sanno sfruttarla, quella Nostalgia, canaglia, assassina, ecc. ecc.
E soprattutto fa il "Requel" con ostentazione, senza nasconderlo ma cavalcando il concetto come una sirenetta le onde : la base rimane idealmente quella ideata da Kevin Williamson (sì, Fisherman e Ghostface hanno lo stesso papà), ovvero un gruppo di giovani, con tutta la vita davanti, che sullo sfondo del 4 luglio, vedono una bravata trasformarsi in tragedia. Che fai? La cosa giusta o preferisci ingoiare quel segreto come fiele e tenerlo sino alla tomba? Un anno dopo, finirà davvero per portarti al cimitero, visto che un misterioso assassino con l'uncino inizia a perseguitarvi e allora chi chiamerai? I Ghost... I Fantasmi del passato, chi è sopravvissuto anni fa alla stessa cosa, ossia Jennifer Love Hewitt e Freddie Prinze Jr..
C'è più efferatezza, sicuramente, forse perché qui il killer non si limita ad assediare le vittime ma le vuole proprio malamente morte, però nessun momento è mai veramente "de paura", non c'è veramente tensione e anzi spesso si scivola nell'ironia, non so quanto volontaria.
È più che altro questo a minare quanto di buono il film riesce a fare: talmente concentrati a costruire il "giallo perfetto" che si son scordati che andiamo a vedere film così più per il brivido che altro, togliendo al Fisherman tutta la sua aura maledetta e trasformandolo in un fatto di cronaca facilmente dimenticabile, come la stessa Southport vorrebbe fare, del resto.
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