RE-VISIONE - Animali Fantastici - I Crimini di Grindelwald


La Magia.
Qualcosa di effimero, invisibile, quasi impossibile da catturare.
Si annida in ogni cosa, che sia l'ispirazione di un attimo, lo stupore di un evento inatteso, che sia il lasciarsi trasportare tra le pagine di un libro o i fotogrammi di un film.
Tutto può essere magico, basta solo lasciarsi andare e sapere dove guardare.
Se c'è una persona che ben conosce questo concetto è J.K. Rowling, la donna che ha consegnato alla storia Harry Potter, un fenomeno che qui non devo certo spiegare.
Un incantesimo impossibile da replicare, ma altrettanto impossibile da non sfruttare.


Arriviamo così agli Animali Fantastici, nato libretto da fan service e ora saga in cinque film, prequel degli avvenimenti che tutti conosciamo.
Al timone del plot ancora una volta lei, la Maga delle parole, Joanne Rowling, sempre pronta ad imparare nuove arti oscure con cui affascinarci, maestra di un universo narrativo da lei creato e del quale può permettersi di tracciare la cronistoria.
Partendo da questo presupposto, I Crimini di Grindelwald è un incanto.
La trama s'infittisce, la Rowling scrive una sceneggiatura che salta tra vari generi, inclusa la spy story, ricerca toni adulti che alle volte paiono rifuggire la magia in senso lato.
Se state guardando, siete già in piena sospensione dell'incredulità e per voi è ormai assodato che mondo è questo, quindi misceliamo il tutto con un grammo di stupore in meno e un pizzico di dramma in più.
Si sta preparando una guerra, non è certo uno spoiler, è noto cosa accadrà negli anni a venire e/o in quelli a precedere la saga di Harry Potter, perciò in cuor nostro sappiamo già che, per i maghi e i loro sodali, non saranno rose e fiori.
Tutto questo, unito ad un sapiente gran gusto per il racconto e una caterva di rivelazioni e colpi di scena come solo lei sa fare, rendono lo script de I Crimini un perfetto prodotto dello Wizarding World di Joanne Rowling.


Ma allora cosa non ha convinto la critica? Cosa ha fatto storcere il naso a molti?
Quel "cosa" ha, per me, un solo nome: David Yates, il regista.
Croce e poca delizia per lo spettatore, per l'ennesima volta.
Subentrato a nomi come Columbus, Cuarón e Newell, questo regista di belle speranze, dalla formazione prettamente televisiva, arrivò e prese le redini visive degli ultimi quattro capitoli della saga cinematogrica di Harry, portando lo stile e la visionarietà su un livello non più eccelso, neanche insufficiente certo, ma solo perché figlio di ciò che l'ha preceduto.
Nessun guizzo di sorta, ma il cambio, facendo i dovuti confronti, fu palese.
Pensammo di essercene liberati, ma ecco che, dopo il pallido The Legend of Tarzan, ce lo ritrovammo a dirigere il primo Animali Fantastici, dove dimostrò però di averci ormai preso la mano con il mondo magico e fornì una prova tutto sommato discreta, riuscendo a stare al passo con quanto imbastito dalla scrittrice.
Purtroppo, per lui e per noi, ora non basta più.
Perché adesso la sceneggiatrice e la sceneggiatura volano alti e chiedono, anzi pretendono, qualcuno che sappia essere visionario al loro pari, che sappia dare una zampata forte come le parole che deve mettere in scena.
Giocare sul sicuro, su una zona confort fatta di cose viste e riviste non regge le fondamenta di un racconto che sale di grado, che prende dei rischi a testa alta, ma ne esce con le ossa un poco rotte per colpa di chi sta dietro la macchina da presa.
A livello cinefilo, per esemplificare, ci sarebbe voluto quel cambio di rotta, solido e ben diretto, che ci fu tra La Camera dei Segreti e Il Prigioniero di Azkaban, quando i toni iniziarono a farsi più cupi e Cuarón diede alla storia quello di cui aveva bisogno, sia in termini di tecnica che di visione d'insieme.
Ma arriviamo al punto focale, ovvero il voto ultimo al film.


Fantastic Beasts non è Harry Potter e francamente è solo essere miopi pretendere che lo sia.
Chi si aspetta sempre la stessa roba, rimarrà deluso e non vedrà oltre i limiti imposti dal suo stesso essere Potteriano.
Chi invece vorrà lasciarsi andare ad una bella trama Fantasy, degna di questo nome (onestamente, fatemi voi il titolo di un film di genere, degli ultimi anni, che sappia vantare una trama di egual portata), capace, sopratutto nella parte finale, di far soprassedere su quella che è la pecca principale, ovvero la tecnica, allora anche voi uscirete dalla sala convinti della potenzialità di ciò che la Rowling vuole costruire con questi cinque film.
C'è solo una cosa da rivedere per il futuro: cambiare visione e cambiare regista.
Perché se c'è una cosa che ormai dovremmo aver imparato, è che non si possono fare vere magie con una bacchetta rotta!
(Voto 8)

ANIMALI FANTASTICI - I CRIMINI DI GRINDELWALD
Diretto da David Yates
Con: Eddie Redmayne, Jude Law, Johnny Depp, Ezra Miller


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