ANCORA UNO POI BASTA - Safe



"Le persone hanno diritto ad avere dei segreti".
Safe, la nuova avventura televisiva di Michael C. Hall è sbarcata oggi su Netflix.
Ho guardato il primo episodio per la solita curiosità e quasi sei ore dopo, pausa più pausa meno, sono arrivato alla fine delle otto puntate, senza manco rendermene conto, catturato sin dal primo istante da questa miniserie.
Così ecco la mia recensione "a caldo".



Sapete cosa rende tale un buon giallo, a parer mio?
Che è come una di quelle figure create con le tessere del domino.
Ti prefiguri il disegno nella mente, inizi a piazzare le tessere, con calma, metodico, una dietro l'altra, pensando come una mappa dall'alto tutti i percorsi che vuoi costruire.
Piazzi quelle tessere verticali, facendo bene attenzione che le angolazioni siano giuste, che quando avrai completato l'opera e darai il via al tutto, il meraviglioso effetto finale non abbia a bloccarsi a metà perchè hai sbagliato nel piazzare un pezzo.
Una volta finito, ricontrolli tutto, dai gli ultimi ritocchi alla tua opera e poi TIC!, colpisci la prima tessera, dando il via a qualcosa di fulmineo, intenso, che cattura sino a che l'ultimo pezzo non sarà a terra e che non potrà più essere fermato.
Ecco, Safe è proprio così, un buon, ottimo giallo che una volta innescato, non riesci più a mollare sino alla fine.
Perché dietro Safe si nasconde il nome del giallista Harlan Coben, nome che gli appassionati lettori del genere ben conoscono, e che sicuramente avranno modo di apprezzare anche in questa incursione sul piccolo schermo.
Sua l'idea alla base di queste otto puntate, una miniserie che non lascia punti in sospeso, che con semplicità inanella colpo di scena su colpo di scena, ci mostra quel che serve vedere e non indugia oltre, depista dove serve e colpisce quando meno te lo aspetti.
La trama è presto detta: un dottore, interpretato da Michael C. Hall, vedovo con due figlie, vive in un comprensorio elegante, uno di quei quartieri residenziali con il cancello all'ingresso, dove tutti sono rispettabili, persone per bene, professionisti irreprensibili.
La figlia più grande improvvisamente scompare, e l'uomo, improvvisatosi detective, cerca in ogni modo possibile tracce della ragazza, mentre intorno a lui vicini e conoscenti nascondono segreti impensabili, dietro le bianche facciate delle loro case perfette...
Come già detto, Safe è un giallo, e su questo punto continuerò a calcare.
Non è un thriller in senso lato, e anche se l'ambientazione ricorda Big Pretty Lies, siamo ben lontani da quei virtuosismi registici e attoriali da serie A.
Qui ci si affida al sano professionismo inglese, a quel metodico ma implacabile metodo d'indagine da azione/reazione, senza sbavature, giusto un pizzico ironico, quando serve.
Ogni cosa in Safe ha spiegazione, ogni carattere mostra solo ciò che deve, non ci si perde in discorsi inutili o in trascorsi fuorvianti, come spesso accade.
Safe non ricerca facili morali di qualche tipo, segue solo un percorso in cui tutti i personaggi coinvolti sono in qualche modo collegati, hanno le loro colpe e le loro ammende da fare, ma sopratutto sono pezzi di un mistero che deve essere risolto, in alcuni casi anche barando, ma nulla più di questo, e va benissimo così.
Arrivati all'ultima pagina, ops, inquadratura, si rimane soddisfatti, nulla è incompiuto e proprio come un buon giallo, tutti i nodi vengono al pettine, si rimane anche un poco stupiti, per non esserci arrivati prima da soli e con un vago senso di gratitudine per chi ha saputo sceneggiare e dirigere un bel meccanismo come questo.
Buona parte del merito va anche alle efficaci maschere, in primis quella del ritrovato Michael C. Hall, calamita per gli ascolti ma indubbio professionista che neanche per un attimo vi farà pensare a Dexter, calato da vero attore quale è nella parte di questo dottore coinvolto improvvisamente in qualcosa all'apparenza più grande di lui.
A dargli manforte un altro volto noto a chi segue, non a caso, serie gialle e thriller inglesi, ovvero la Amanda Abbington di Sherlock.
Anche se spesso a rubare la scena sarà l'amico fraterno del protagonista, interpretato anche qui da un ottimo caratterista inglese, il Marc Warren della serie TV Snatch.


Ma ciò che su tutti regna sovrana è una regia attenta, efficace, ritmata, che cattura lo spettatore con una messa in scena impeccabile, senza peccare di presunzioni vane.
Quindi consiglio Safe? Sì, senza indugio.
Netflix propone un prodotto di qualità, baciato da un ottimo script, asciutto ed essenziale, da un buon cast su cui spicca inevitabilmente la star di Six Feet Under e che farà la felicità di chi ama con piacere le storie intriganti.
Chi invece cerca efferatezze varie ed eventuali, complesse dinamiche di ruolo, psicologie surreali e situazioni al limite, allora prenda la visione di questa miniserie con le pinze, reo del fatto di rimanere potenzialmente deluso da qualcosa che ai suoi occhi potrebbe apparire inevitabilmente "povero" e poco attraente.
Dietro quei cancelli e quei giardini ben tenuti si nasconde un mistero, non IL mistero, ma attenzione, perché per raccontare una storia non serve sempre il "Quanto" ma più spesso il "Come".
E il "Come di Safe è semplicemente un trionfo!
Voto 9

Safe, disponibile dal 10 maggio 2018 su Netflix.
Con Michael C. Hall, Amanda Abbington, Marc Warren.
Creata da Harlan Coben.

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