REBEL MOON - PARTE 1: FIGLIA DEL FUOCO

Luna a Pezzi.

Mancanti: REBEL MOON (Parte 1: Figlia del Fuoco), da oggi su Netflix, è un film di Zack Snyder, che detta così sembra banale, ma è un suo film in tutto e per tutto.

Fotografia, ritmo dettato da azione e rallenty, ci sono persino le spighe di grano, e sopratutto quella piaga, che affligge quasi ogni sua produzione, del dover aspettare la "Snyder Cut" (che arriverà prossimamente sulla piattaforma), per poterlo apprezzare appieno.

Queste 2 ore e 15, infatti, sono la versione PG-13, quella "per le famiglie", senza il sangue e la violenza grafica, e con un taglio delle scene che si nota lontano un miglio, che non permette ai personaggi di respirare a dovere, di presentarsi come si deve, allineando tasselli di una trama che è sì comprensibile nella sua azione/reazione, ma anche claudicante nel creare il rapporto tra questi "Sacrificabili" messi insieme dalla Kora di Sofia Boutella, per affrontare il malvagio oppressore che l'ha raggiunta su quella lontana luna in cui pensava di essere ormai al sicuro e poter ricominciare a vivere.

A metterci una pezza sarà appunto la successiva Versione Estesa, lunga 60 minuti in più, e questo pone necessariamente in essere una questione fondamentale.

"Che lo guardo a fare, allora?", potreste chiedervi. Dico sul serio.

Tralasciando il fattore Rating (parlo da uomo adulto, ma immagino ci sia anche chi lo guarderà coi figli), perché investire ora 130 minuti del proprio tempo a guardare questo montaggio, quando si può direttamente saltare a quello dove il sangue sprizzerà dai combattimenti all'arma bianca, il tono sarà ancora più adulto e tutto ci sarà mostrato, permettendo di cogliere ogni sfumatura di desaturazione di Snyder?

Eh, bella domanda.

Al momento, l'unica risposta che mi viene in mente è che concedere uno spazietto, in queste Feste da passare sul divano a colpi di panettone (o pandoro) e film, a "Rebel Moon", significa dare una possibilità, dare del credito al biglietto da visita del cineasta per questo suo franchise in divenire, e per il quale lui e Netflix hanno grandi piani (previsti progetti in animazione, e i primi del 2024 vedranno il lancio della serie prequel a fumetti).

Vedere cosa questa "Luna Ribelle" ha da offrire, fare le proprie considerazioni e decidere così se seguire o meno la strada di mattoni gialli sino alla prossima tappa (al termine della visione, troverete il Teaser per la Parte 2, in arrivo il 19 Aprile).

Una sorta di "assaggio", insomma.

E qui allora entra in campo la seconda considerazione riguardo tutto questo: la trama imbastita da Snyder e dagli sceneggiatori Shay Hatten e Kurt Johnstad.

Si è detto, da più parti, che "Rebel Moon" è "Star Wars sotto steroidi", un "Guerre Stellari che Snyder ha costruito con blackjack e squillo di lusso" (insomma, scegliete voi la citazione d'ordinanza), e non sarò certo io a negarlo, sia chiaro.

Il soggetto quello è: un galattico Impero, retto da un dispotico tiranno con poteri di vario tipo, una sorta di Forza che fa rima con Vita, contrabbandieri con astronave, alleanze ribelli guidate da indomite guerriere con un doloroso passato alle spalle e personaggi di supporto che tradiscono le influenze continue da cui nascono, senza nascondersi troppo.

D'altronde, anche George Lucas rimaneggiava topos narrativi classici, ma conferendo loro l'immensità della Galassia Lontana Lontana (i lettori di "Dune" poi avranno obiezioni di par loro), quindi la cosa non mi ha dato essenzialmente fastidio, ma mentre "Star Wars" sa celare bene le sue ispirazioni, Snyder te le sbatte in faccia bellamente, in un calderone di tutto quello che lo scibile avventuroso e fantastico ha da offrire, a partire da "I Magnifici Sette" (non mi spingo a scomodare i Samurai per una cosa così).

C'è la protagonista, che chiamano "La Sfregiatrice" non per nulla, c'è il suddetto contrabbandiere, l'affascinante contadino dal cuore d'oro, a cui si accompagnano un Barbaro (forse Cimmero), una vichinga e un gladiatore, con tanto di arena romana.

Senza tralasciare il Villain di Ed Skrein, in puro dress code da regime dittatoriale, e il droide buono, con la voce originale di Sir Anthony Hopkins, meno ilare e più profondo.

Si viaggia tra pianeti, ma sono solo nomi sullo schermo, nessuno regala mai la sensazione di un palcoscenico vivo, e non solo perché son per la maggior parte sfondi in CGI. Forse dipende anche questo dalla faccenda del montaggio, ma sto ipotizzando.

Però, "Rebel Moon" è un film di Zack Snyder.

Quindi significa che l'intrattenimento è sempre servito, l'azione è esplosiva, gli effetti visivi la fanno da padrone, l'epicità viene ricercata con movimenti di macchina e si, anche il tanto criticato rallentatore.

Utilizzando insomma tutti quelli che sono i suoi marchi di fabbrica, senza escluderne nessuno, ma sfruttandoli tutti come al solito, cassetta degli strumenti immancabile.

Incluso il cast, perché anche "Rebel Moon" si può fregiare di quel particolare occhio lungo del cineasta per la scelta degli interpreti della sua storia.

Sofia Boutella è energica e credibile come eroina, Charlie Hunnam ha il piglio e il sorriso da canaglia spaziale, Ed Skrein è maligno e cattivo, con pure una puntina di perverso (se ho ben intuito quella scena coi tentacoli), Djimon Hounsou sempre una garanzia e Staz Nair è quello che direi "un attore muscolare", uscito dalla matita di Frank Frazetta.

Menzione a parte per la Elektra... ehrm, la Nemesis di Doona Bae, anche lei presenza carismatica sullo schermo, perfetta per stagliarsi in quelle inquadrature in cui Snyder sembra sempre ricercare quel "One Perfect Shot" da trasformare in quadro.

Perciò, se apprezzate lo stile del regista, "Rebel Moon" vi offrirà quello che vi ha sempre offerto, sapete cosa c'è sul menù e vi potete gustare il "piatto della casa".

Ma se invece i suoi film vi sono sempre rimasti indigesti, potete farvi un regalo e passare oltre sul catalogo di Netflix, non cambierete idea e a lui manco interessa farvela cambiare.

La trama è semplice (ripeto, non è necessariamente un male), ma è anche una sorta di enorme prologo, se vogliamo. Snyder ama essere "prolisso" e prendersi tutto il tempo del mondo per presentare cose che magari altri riuscirebbero ad introdurre ugualmente bene, ma in meno tempo. Ma è il suo modo di fare le cose, la sua visione.

Insomma, anche le critiche, al pari di cosa aspettarsi da film, sempre quelle rimangono.

E visto che siamo alla fine, potreste farmi un'altra domanda.

Tu sei pronto a seguire questo nuovo franchise, a dare fiducia a questa saga di Snyder?

Potrei rispondervi di --, perché c'è da considerare che --------- e anche che ------.

Esatto, per avere la risposta completa, dovrete aspettare la "Nerdastro Cut", che mica solo Zack può permettersi di lasciare pezzi per strada!


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