RE-VISIONE - Venom


Se cercate il termine "Anacronismo" sul dizionario o su Google, una delle definizioni che trovate è questa: "Di cosa o persona in contrasto stridente coi tempi in cui viviamo".
Venom è esattamente questo.
Un anacronismo cinematografico, capace, coi suoi caotici 110 minuti, di riportarci indietro ai primi anni Duemila, quando il genere cinecomic muoveva i suoi primi, a volte timidi a volte fallimentari, passi per poi deflagare nella cultura moderna sino ai fantastici incassi portati a casa oggi dai Marvel Studios.
Erano anni a cui guardare, da Nerd(astro), con nostalgia canaglia, quando in cuor nostro, eravamo pronti a perdonare passi falsi come il Daredevil di Mark Steven Johnson oppure il Ghost Rider con Nic Cage (tra l'altro dello stesso regista), solo perché erano ammantati di quella magica meraviglia del vedere i personaggi di carta prendere vita.
A cui oggi ripensiamo con un sospiro da amanti del trash, quello buono, come per la Catwoman di Halle Berry, e che ci fanno morire di meta-risate quando Ryan Reynolds viene sparato in testa da sé stesso sulle note finale di "Deadpool 2", in un riferimento che sa di mea culpa al suo Lanterna Verde.
Perdonavamo tutto perché poi ci venivano consegnate perle pure come gli Spider-Man di Raimi, i primi due X-Men di Singer e l'Hulk di Lee (sempre amato, anche per i suoi nonostante).


Venom è un film fuori dal suo tempo.
Per grammatica cinematografica, per utilizzo mal fatto dei personaggi e delle loro possibilità, per una ricerca di facile pubblico (vedi il PG-13) e di alcuni mezzucci che ritornano a livello commerciale (tipo affidare la canzone finale ad Eminem, come appunto in quei film da primi anni Duemila con le loro colonne sonore da hit radiofonica).


Venom è un film fuori forma.
Nonostante Tom Hardy, che per amor folle della recitazione, ci mette l'anima come pochi altri avrebbero fatto, che pare crederci più lui di tutta la produzione messa assieme.
Ma non basta, non è abbastanza.
Perché la trama (scritta da ben tre sceneggiatori!) è talmente piena di buchi di logica da sembrare una strada di campagna dopo un terremoto.
Perché si tinge di facilonerie gratuite, figlie di quella grammatica sbagliata di cui sopra, dalla storiella d'amore, sino al reiterare gli stessi concetti per mezz'ora buona (le motivazioni di un villain insipido - un tipo alla Elon Musk ma con i fluidi alieni al posto delle Tesla, l'essere fallimentare di Eddie Brock, etc.), passando poi per quest'idea de "Il mio amico Simbionte", tipo strana coppia di sbirri alla "Arma (mai così) Letale".
Che, volendo sospendere l'incredulità e accettare di buon cuore la cosa, è un'idea che poteva anche funzionare, ma indovinate un pò?
Viene resa scadente da una costruzione delle personalità blanda e ridicola, dedicando al rapporto tra Eddie e Venom (perché qui è il Simbionte stesso a presentarsi) un minutaggio scarso, preferendogli battute scadenti, sempre sugli stessi due argomenti, ed effetti speciali non eccelsi, a dirla tutta.
Senza contare questo schizofrenico cercare violenza ma al tempo stesso fuggendone via, senza mai mostrarla veramente (colpa anche del PG-13 di cui sopra).


Venom è un brutto film, quindi?
Sì, lo è.
Come lo erano quelli sopracitati, come lo era "La Leggenda degli Uomini Straordinari" o "The Punisher", mancando il bersaglio in maniera sin troppo consapevole.
E se, come loro, fosse uscito nel suo tempo, gli avremmo voluto ingenuamente bene.
Ma oggi, dopo un decennio di MCU ( da cui questo Venom, lo ricordo, è a tutti gli effetti slegato), dopo che i Fumetti al Cinema hanno raggiunto un posto al sole, di pubblico e critica, che mai avremmo pensato quindici anni fa, dopo che questo modo di intendere storie e personaggi si è evoluto, accettare che, a fine 2018, possa andarmi bene un filmaccio come questo è chiedere troppo.
Perché a dire "Noi Siamo Venom" ci son buoni tutti.
E Simbionte che ringhia non morde.
Però non lo cestino proprio in toto.
Sul finire, a giochi ormai persi, sferra tre motivi per essere ricordato.
L'apparizione di Stan Lee, of course. The King of Cameos non si smentisce mai.
La prima scena post credits, che per un paio di ragioni che non svelo, da un senso al concetto di un altrimenti implausibile sequel.
Ma sopratutto, quella dopo i sin troppo lunghi titoli di coda, anteprima sfiziosa del già attesissimo "Spider-Man - Un Nuovo Universo", capace, in pochi minuti, di riscaldare il cuore di ogni appassionato, ragnesco e non, là fuori!
VOTO 6

VENOM
diretto da Ruben Fleisher
con Tom Hardy, Michelle Williams e Riz Ahmed
Prodotto e distribuito da Sony Pictures in collaborazione con Marvel.

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Commenti

  1. Io a questo punto penso sempre di più che lo abbiamo fatto volutamente "fine anni '90-inizio 2000", altrimenti non me lo spiego. Forse hanno anticipato un nuovo trend, chissà...

    Moz-

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